mercoledì 13 marzo 2013

E ADESSO INCOMINCIAMO QUESTO CAMMINO!

Jorge Bergoglio, papa Francesco.



Amici e amiche, che serata! Fatico a dire l'emozione che mi ha suscitato l'elezione di Papa Francesco! Innanzitutto, la sorpresa. Francesco non è solo un nome. E' un annuncio programmatico. Ricordate la Chiesa in caduta libera al principio del XIII secolo? Autunno 1205. In una chiesetta diroccata fuori Assisi, Cristo irrompe ancora una volta nella Storia e ne cambia radicalmente il corso. A un ragazzotto che giocava a fare il cavaliere, dice una frase apparentemente banale, dalla portata devastante: "Francesco, và, ripara la mia casa, che come vedi, è tutta in rovina". Nascono gli ordini mendicanti, che segneranno un momento di svolta, un punto di non ritorno. Inizio del secondo millennio. Una Chiesa sofferente e sotto accusa, massacrata dagli scandali, in preda alla crisi delle vocazioni. Un terzo mondo che preme, reclamando diritti che da sempre gli sono negati. Sfaldamento della famiglia; crisi anzitutto di valori ben prima che economica. Mancanza di un senso della vita; difficoltà nel distinguere ciò che è lecito da ciò che giova. Insomma, un bel pasticcio! E in questa generale baraonda, chi si affaccia al balcone di San Pietro? Uno sconosciuto, umilissimo e impacciato signore in bianco che dice: Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma"...insomma, scusandosi che l'abbiano eletto. Sembra impacciato. Il seguito. Preghiera. Padre Nostro; Ave Maria; Gloria. Inizia il suo pontificato pregando! Capito? Non ci sarebbe da scandalizzarsi, anche Gesù lo faceva. Però, a mia memoria, nessun Papa l'aveva mai fatto. C'è di più. Silenzio. Nell'epoca del frastuono, Papa Francesco ha fatto silenzio. Due minuti esatti di silenzio, da quando si è affacciato alla balconata a quando ha iniziato a parlare. Poi ancora, quando ha chiesto alla Comunità dei Cristiani di pregare per lui. Non è strano: è nel silenzio che Dio si rivela. Il discorso. Dimesso? Apparentemente banale? Vediamo un pò le parole ricorrenti. Quella più pronunciata (ehm...) è...Cammino! "E adesso incominciamo questo Cammino, vescovo e popolo: questo Cammino della Chiesa di Roma che è quella che presiede nella Carità a tutte le Chiese. Un Cammino di fratellanza, di amore e fiducia tra noi". Ce n'è per un trattato di teologia. L'Universalità dei cristiani; la Carità; la Fratellanza; la Fiducia reciproca; l'Amore. In tutto il suo umile discorso, mai una volta che si definisca "papa". Sempre "vescovo".


E' dono di chi è toccato dallo Spirito riuscire a parlare con il cuore. Quei gesti semplici eppure grandi...come quando impone le mani, quasi a benedire l'intera Cristianità; quel richiamo all'amore fraterno, l'agape che è cuore del messaggio di Cristo. La semplicità e l'efficacia con cui ci ricorda che noi cristiani siamo un popolo, sì: un popolo in Cammino!...beh sinceramente l'ho sentito parlare al cuore, da vero Pastore del gregge di Dio. Che fatica congedarsi...penso che avrebbe voluto scendere nella piazza e abbracciare la folla! Mentre io avrei voluto che quella presenza si prolungasse oltre. E allora sono andato su Internet, dove mi sono imbattuto in un filmato di qualche anno fa, in cui l'allora Cardinal Bergoglio parla alla televisione spagnola. Assolutamente stra-ordinario! L'ho tradotto al volo in Italiano e l'ho riportato sotto, affinchè possiate cogliere la profondità spirituale di quest'uomo. In questo video, Jorge Bergoglio ci parla dell'eucarestia. Si emoziona quando parla dell'esperienza di Comunione con Cristo. Ci parla della sua esperienza personale. Quest'uomo, laureato in chimica, ha lavorato prima di entrare in seminario. Ma non ha mai dimenticato, nella quotidianità, di farsi accompagnare dalla presenza di Gesù Cristo nell'eucarestia, "anticipazione del banchetto del cielo...che ci fa trottare ogni giorno verso la speranza. E ci fa sentire cos'è la dolcezza del cielo, anche quando mastichiamo le uve amare della tribolazione". Parole di chi nella sua vita ha conosciuto Cristo, nostro compagno di Cammino.

 "Il calice. Non berrò più del frutto della vite, fino a che beva il vino nuovo nel Regno di Dio. In questo modo si apre un tempo intermedio tra la redenzione di Gesù e la consumazione definitiva, che è personale, quando io mi incontrerò con il Padre, nel Cielo, e che sarà universale quando Gesù verrà a instaurare tutte le cose. Nell'eucarestia, abbiamo le primizie di questo lungo Cammino. La messa di ogni giorno, la comunione frequente, sono come il dono nuziale, le primizie, la garanzia di quello che ci aspetta, di questo alimento, di questo banchetto. Non so, non vorrei essere blasfemo, però con tutto rispetto potrei dire...come il Signore...è come se fosse un aperitivo del banchetto; come se Lui ci precedesse di già, donandosi a noi come parte di questo banchetto che là va riempiendosi. A volte la difficoltà del lungo Cammino, quello che ci conduce al Regno definitivo, si diluisce nel quotidiano della vita; cioè ci sentiamo freddi, indifferenti, e a volte prendiamo la comunione così distratti, d'abitudine, come di fretta. Soprattutto è importante con quale intenzione lo facciamo. Ricordo quando ero giovane, che cominciavo a lavorare al mattino, alle 7 del mattino nel centro della città di Buenos Aires, e dovevo prendere un autobus che tardava molto. Alle sei e dieci avevo già voglia di entrare in seminario, di già...e ancora non era il momento. Alle sei e dieci giungevo a una parrocchia che stava a un isolato dalla fermata del bus, e il prete mi aspettava, mi dava l'eucarestia e durante tutto il viaggio pregavo il Signore....con un'allegria! Avevo voglia di ricevere il Signore, affinchè mi rendesse forte durante il giorno! E allora ciò mi impediva di rimanere indifferente, annoiato...Quando non lo potevo fare, perchè perdevo il bus o arrivavo tardi al lavoro, lentamente si entrava nella routine, diventavo un po' più freddo. La eucarestia è questa anticipazione del banchetto del cielo che ci va mantenendo in forma; che ci fa andare al trotto ogni giorno verso la speranza: la speranza del banchetto celeste. Questo, in qualche modo ci fa sentire la dolcezza di cos’è il cielo, anche nel mezzo di giorni e momenti in cui ci troviamo a masticare le uve amare della tribolazione. Tutti passiamo per questi momenti. Però, quando nel mezzo della tribolazione riceviamo Gesù nella eucarestia, ci dà forza, per pensare a quella pienezza di gioia che avremo nel banchetto celeste. Il Signore si fa nostro compagno di Cammino."

Credo che oggi lo Spirito di Dio abbia soffiato sulla Chiesa. Dio Benedica e protegga il nostro Papa Francesco; lo assista sempre, lo conservi nella salute del corpo e dello Spirito. Amen









Nessun commento:

Posta un commento