mercoledì 27 marzo 2013

NON ABBIATE PAURA DELLA BONTA' E DELLA TENEREZZA! BUONA SETTIMANA SANTA!


Papa Francesco ci sta rapidamente abituando a un vocabolario che attinge direttamente al Vangelo, e in modo semplice ed efficacissimo ci sta re-insegnando il catechismo autentico: quello che parla con le parole di  Gesù. Parole cariche di significato, che parlano direttamente al cuore: parole dello Spirito. La portata dei discorsi di papa Francesco è rivoluzionaria. Siamo chiamati a riscoprire il nocciolo del Vangelo. Tentiamo di capire la portata di queste parole.

Si possono individuare alcune parole-chiave:
CUSTODIRE: "Siate custodi dei doni di Dio!"
TENEREZZA: "La tenerezza è la virtù dei forti". Si manifesta mediante COMPASSIONE e APERTURA.
SERVIZIO: "Il servizio è il vero potere": un grande monito ai grandi e ai potenti
ECUMENISMO: lo storico abbraccio con Bartolomeo I, dopo quasi 1.000 anni dallo scisma d'Oriente.

Cui si aggiungono i già visti, e importantissimi:
CROCE: "Senza la croce non siamo autentici discepoli"
MISERICORDIA: "Dio non si stanca mai di perdonarci"
VERITA': "Gesù Cristo attrae e persuade"
POVERTA': "Vorrei una Chiesa povera e per i poveri"

Insomma, papa Francesco non stanca di essere fonte inesauribile di riflessione sul nostro essere cristiani. Queste parole non possono lasciare indifferenti: di fronte a temi che toccano radicalmente il nostro essere cristiani, siamo chiamati a prendere posizione. Vediamo allora di entrare meglio in alcuni di questi temi, seguendo i discorsi del Papa.

Dal discorso in occasione della Festa di san Giuseppe, il 19 Marzo:
Papa Francesco riconosce in san Giuseppe il modello di fortezza, attenzione, compassione, apertura all'altro, capacità di amore. Soprattutto, gli riconosce il ruolo di custode. Cosa significa CUSTODIRE?
"Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! E' il custodire il creato, la bellezza del creato, come ci ha mostrato san Francesco d'Assisi: è l'avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l'ambiente in cui viviamo. E' il custodire la gente, l'aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E' l'aver cura l'uno dell'altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E' il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. Siate custodi dei doni di Dio!". 
Vediamo come la dimensione del custodire in papa Francesco non trascuri nessun ambito umano: qualsiasi relazione è investita dalla dimensione del custodire; ed estendendosi all'intero creato, il custodire si declina anche nel rispetto per la Creazione: ciò implica anche una particolare attenzione all'ambiente in cui viviamo. L'uomo è stato posto da Dio al centro della Creazione, proprio in quanto l'unico essere in grado di prendersene cura. Infatti, continua papa Francesco: "Vorrei chiedere, per favore, siamo custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell'altro, dell'ambiente. Ma per custodire dobbiamo anche avere cura di noi stessi! L'odio, l'invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perchè è proprio di lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della TENEREZZA!". . COMPASSIONE, APERTURA...Ecco la Chiesa che si fa prossima!
Nel ricordare che l'inizio del suo ministero, comporta anche un potere terreno oltre che spirituale, papa Francesco ci ricorda che IL VERO POTERE E' IL SERVIZIO, e che il Papa per primo deve entrare in quel servizio che ha il suo vertice luminoso nella croce. "Solo chi serve con amore sa custodire! Custodire il creato, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l'orizzonte della speranza!

Un colpo di genio, o una rivelazione: in ogni caso qui papa Francesco tocca il vertice assoluto del discorso. Non avere paura della bontà e della tenerezza: quanto è straordinaria la portata di questa intuizione! E allora, papa Francesco ci spiega che cos'è la tenerezza: "Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere paura della bontà, della tenerezza!"

Sull'importantissimo tema dell'ECUMENISMO, è stato un momento storico ed emozionante l'incontro, avvenuto lo scorso Mercoledì, tra papa Francesco e il patriarca ortodosso Bartolomeo I. I reciproci discorsi hanno insistito sul tema dell'unità della Chiesa, e si è percepito quanto, da entrambe le parti, vi sia la volontà di riprendere il dialogo ecumenico iniziato con il Concilio Vaticano II, per una Chiesa unitaria.


Papa Francesco incontra il patriarca ortodosso Bartolomeo I

Ecco una Chiesa alla quale mi sento fiero di appartenere.
Ringraziamo Iddio di averci dato un vero Pastore.

Vi auguro un buon triduo pasquale. Che Dio vi benedica e vi protegga.



sabato 23 marzo 2013

Custodire il mondo

A una Buenos Aires in tripudio, papa Francesco lancia un accorato appello agli Argentini e a tutti gli uomini di buona volontà.
So che state pregando…grazie per le preghiere! Grazie per esservi riuniti a pregare, è così bello pregare, guardare al cielo, guardare il nostro cuore e sapere che abbiamo un Padre buono che è Dio, grazie per questo! Vi voglio chiedere un favore. Camminiamo tutti insieme, prendiamoci cura gli uni degli altri, custoditevi reciprocamente, non fatevi del male, custodite la vita, custodite la famiglia, custodite la natura, custodite i bambini, custodite gli anziani, che non vi sia odio, che non vi sia conflitto, buttate via l’invidia, dialogate tra di voi, che questo desiderio di custodirsi vada crescendo nel cuore. Avvicinatevi a Dio. Dio è buono. Dio sempre perdona. Dio comprende. Non abbiate paura. Dio è Padre. Avvicinatevi a Lui. E che la Madonna vi benedica, Che lei come Madre si prenda cura di voi. E per favore, non dimenticatevi di questo Vescovo che sta lontano ma che vi vuole molto bene. Pregate per me.

 
Buenos Aires, Plaza de Mayo, 19 Marzo 2013 Festa di San José. Discorso telefonico davanti a 50.000 fedeli. Commozione e calore sudamericano, in una notte indimenticabile per tutti gli argentini. 




mercoledì 20 marzo 2013

SAN BENEDETTO....la rondine sotto il tetto....


E così, cari amici, oggi è la festa del nostro Patrono: San Benedetto, che è anche il primo giorno di Primavera! Come la primavera è la stagione della rinascita e della luce, così San Benedetto ha rappresentato una rinascita della Chiesa e del modo d'essere cristiani, in un'epoca difficile e tumultuosa; ed è stato una vera luce di speranza, che illuminando i secoli "bui" dell'alto medioevo, trasmette fino ad oggi in tutto il suo fulgore lo splendore della sua Regola. Ricordiamo brevemente i tratti salienti della sua biografia.



Nel 480, quattro anni dopo che Odoacre, re degli Eruli, aveva deposto Romolo Augustolo, ultimo imperatore di Roma, proclamandosi a sua volta imperatore, nacquero i figli più illustri dell’antica Norcia: Benedetto e Scolastica. Forse fratelli gemelli, ciò che sappiamo della loro vita, lo dobbiamo al papa San Gregorio Magno, che ne traccia una biografia nel suo secondo libro de I Dialoghi, scritto negli anni 593-594 ed unica fonte storica che ci sia pervenuta. In verità, se San Gregorio Magno non ci dice molto di Scolastica, di Benedetto invece traccia una biografia che, malgrado l’evidenza dell’intento edificante più che storiografico, ci permette comunque di ricostruirne la straordinaria vicenda umana. Per quanto riguarda il profilo psicologico di Benedetto, ci basterà leggere quella Regula che egli stesso ci ha lasciato affinché possiamo cogliere nella sua interezza la profondità di questo grande Santo. Come riporta Gregorio Magno, “se qualcuno vuol conoscere a fondo i costumi e la vita del santo, può scoprire nell’insegnamento della regola tutti i documenti del suo magistero, perché quest’uomo di Dio certamente non diede nessun insegnamento, senza averlo prima realizzato lui stesso nella sua vita.” Benedetto trascorse gli anni dell'infanzia e della fanciullezza a Norcia, con ogni probabilità avvertendo l'influsso di coloro che già dal III secolo erano giunti dall'Oriente lungo la valle del Nera e in quella del Campiano. Scampati alle persecuzioni, essi avevano abbracciato una vita di ascesi e di preghiera in diretto contatto con la natura, in "corone" di celle scavate nella roccia facenti capo ad una piccola chiesa comune. Compiuti i primi studi, fu mandato a Roma a perfezionarsi nelle lettere e negli studi giuridici. In quegli anni, al comando di Teodorico re degli Ostrogoti, l’armata imperiale di Bisanzio sembrava aver ristabilito l’antico ordine; tuttavia i fasti della Roma imperiale erano ormai un pallido ricordo, e quello che era stato un faro di civiltà per l’intero mondo antico, aveva ceduto il posto ad una città in balìa della corruzione civile e della decadenza morale. Sconvolto dalla vita dissoluta della città, Benedetto “Aveva appena posto un piede sulla soglia del mondo: lo ritrasse immediatamente indietro..Abbandonò quindi con disprezzo gli studi, abbandonò la casa e i beni paterni e partì, alla ricerca di un abito che lo designasse consacrato al Signore.” Insieme con la sua nutrice, Cirilla, si ritirò nella valle dell'Aniene presso Eufide (l'attuale Affile), dove secondo la leggenda devozionale avrebbe compiuto il primo miracolo riparando un vaglio rotto dalla stessa nutrice. Il miracolo non passò certo inosservato, così che per neutralizzare il proprio orgoglio lasciò la nutrice e si avviò verso la valle di Subiaco, presso gli antichi resti di una villa neroniana là dove le acque del fiume Aniene alimentavano tre laghi. Qui incontrò un monaco, di nome Romano, di un vicino monastero che, vestitolo degli abiti eremitici, gli indicò una grotta impervia del Monte Taleo dov’egli visse da eremita per tre anni, fino alla Pasqua dell'anno 500. Conclusa l'esperienza eremitica, accettò di fare da guida ad altri monaci in un ritiro cenobitico presso Vicovaro, ma, dopo che alcuni monaci tentarono di ucciderlo con una coppa di vino avvelenato, tornò a Subiaco. Qui rimase per quasi trenta anni, predicando la Parola del Signore ed accogliendo discepoli sempre più numerosi, fino a creare una vasta comunità di tredici monasteri, ognuno con dodici monaci ed un proprio abate, tutti sotto la sua guida spirituale. Questo lungo periodo della sua vita fu costellato di miracoli, a tal punto che la sua fama giunse fino a Roma, e romani furono due tra i suoi primi discepoli: i nobili giovinetti Mauro e Placido. Tanta fama suscito l’invidia di un prete, Fiorenzo, che tentò per due volte di ucciderlo: la prima volta materialmente, portandogli in dono un pane avvelenato, e la seconda volta tentando di corrompere moralmente i suoi monaci chiamando delle prostitute. Così, per salvare i propri monaci, tra il 525 e il 529 Benedetto abbandonò Subiaco e si diresse assieme ad alcuni discepoli verso Montecassino. Lassù, dove sorgeva un tempio dedicato ad Apollo ed ancora vi si praticavano riti pagani, eresse un oratorio in onore di san Martino di Tours ed una cappella dedicata a San Giovanni Battista. Nel monastero di Montecassino Benedetto compose la sua Regola verso il 540. Prendendo spunto da regole precedenti, in particolare quelle di san Giovanni Cassiano e san Basilio, ma anche San Pacomio, San Cesario e l'Anonimo della Regula Magistri, egli combinò l'insistenza sulla buona disciplina con il rispetto per la personalità umana e le capacità individuali, nell'intenzione di fondare una scuola del servizio del Signore. La Regola, sintesi del Vangelo, nella quale si organizza nei minimi particolari la vita dei monaci all'interno di una "corale" celebrazione dell'uffizio, diede nuova ed autorevole sistemazione alla complessa, ma spesso vaga e imprecisa, precettistica monastica precedente. I due cardini della vita comunitaria sono il concetto di stabilitas loci (l'obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero contro il vagabondaggio allora piuttosto diffuso dei monaci) e la conversatio, cioè la buona condotta morale, la pietà reciproca e l'obbedienza all'abate (da abbà, Padre), il "padre amoroso", mai chiamato superiore, cardine di una famiglia ben ordinata che scandisce il tempo nelle varie occupazioni della giornata durante la quale la preghiera, la lettura e il lavoro si alternano secondo ritmi ben precisi. A Montecassino Benedetto visse fino alla morte, ricevendo l'omaggio dei fedeli in pellegrinaggio e di alcune personalità come Totila re degli Ostrogoti, che il monaco ammonì, e l'abate Servando. Qui morì il 21 marzo 547, quaranta giorni circa dopo la scomparsa di sua sorella Scolastica con la quale ebbe comune sepoltura; secondo la leggenda devozionale spirò in piedi, sostenuto dai suoi discepoli, dopo aver ricevuto la comunione e con le braccia sollevate in preghiera, mentre li benediceva e li incoraggiava. Le diverse comunità benedettine ricordano la ricorrenza della morte del loro fondatore il 21 Marzo, mentre la Chiesa romana ne celebra ufficialmente la festa l'11 Luglio. Nel 1964 papa Paolo VI ha proclamato san Benedetto da Norcia patrono d'Europa.

domenica 17 marzo 2013

"Come vorrei una Chiesa povera!" Verità, bontà, bellezza, centralità di Cristo, misericordia di Dio, nel pensiero di Papa Francesco



E' Papa da appena quattro giorni; ma ormai ci stiamo abituando al fatto che ogni giorno possa essere una nuova sorpresa. Uno stile proprio che spezza ogni schema; un calore tipicamente sudamericano nel rapportarsi con il "popolo di Dio"; una comunicativa eccezionale che parla direttamente al cuore attraverso gesti enfatici di immediata comprensione. Non si può restare indifferenti davanti a Papa Francesco. Proprio come per Francesco di Assisi, al quale il Pontefice ha chiarito di essersi ispirato nella scelta del nome. Povertà, pace, cura del creato...questo lo stile del Poverello. "Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!", ha esclamato ieri nel corso dell'udienza al mondo dell'informazione. Francesco che sposa Madonna Povertà; Francesco che bacia il lebbroso. Francesco uomo di pace; Francesco che riconcilia le persone. Francesco missionario. Francesco che ama e custodisce il creato; Francesco che ammansisce i lupi. Francesco e la perfetta letizia; Francesco giullare di Dio. Francesco...Quante immagini si sovrappongono, di che straordinaria portata questo nome! Nel corso dell'udienza di ieri, Papa Francesco ha anche invitato a "cercare di conoscere la vera natura della Chiesa e anche il suo cammino nel mondo, con le sue virtù e con i suoi peccati"; raccomandando "una particolare attenzione nei confronti della Verità, della Bontà e della Bellezza in persona". Ecco qui altri tre elementi che si aggiungono ai quattro verbi (camminare, edificare, confessare, pregare) cari a Papa Francesco. Verità, Bontà, Bellezza: una triade esistenziale non astratta, ma quanto mai concreta, dove quel in persona non lascia dubbi sull'identità di Colui a cui fa riferimento ("Io sono la via, la verità, e la vita. Nessuno viene al padre se non per mezzo di me", Gv 14,6). Parlando della Chiesa come "popolo di Dio", che "cammina verso l'incontro con Gesù Cristo" (ancora una volta, il riferimento al "camminare", una costante nei suoi discorsi), il Papa sottolinea come al centro della Chiesa ci sia Cristo: unicamente Lui, senza il quale la Chiesa non potrebbe esisterebbe. Un bel rovesciamento di prospettiva! Nel corso dell'Angelus di oggi, papa Francesco ha poi insistito sul tema della misericordia di Dio"Sentire misericordia, questa parola cambia tutto", e ancora: "Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe". Parole di straordinaria efficacia, che attingono al cuore stesso del Vangelo: Dio è amore. Qui c'è tutto il Vangelo. "Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli" (Gv13, 34-35). Proprio come il Poverello d'Assisi. Francesco alter Christus.

A seguito, pubblico i passaggi salienti dell'udienza di ieri e dell'Angelus di oggi.

La Chiesa, pur essendo certamente anche un’istituzione umana, storica, con tutto quello che comporta, non ha una natura politica, ma essenzialmente spirituale: è il Popolo di Dio, il Santo Popolo di Dio, che cammina verso l’incontro con Gesù Cristo”.
“Soltanto ponendosi in questa prospettiva si può rendere pienamente ragione di quanto la Chiesa Cattolica opera. Cristo è il Pastore della Chiesa, ma la sua presenza nella storia passa attraverso la libertà degli uomini: tra di essi uno viene scelto per servire come suo Vicario, Successore dell’Apostolo Pietro, ma Cristo è il centro, non il Successore di Pietro: Cristo. Cristo è il centro. Cristo è il riferimento fondamentale, il cuore della Chiesa. Senza di Lui, Pietro e la Chiesa non esisterebbero né avrebbero ragion d’essere. Come ha ripetuto più volte Benedetto XVI, Cristo è presente e guida la sua Chiesa. In tutto quanto è accaduto il protagonista è, in ultima analisi, lo Spirito Santo. Egli ha ispirato la decisione di Benedetto XVI per il bene della Chiesa; Egli ha indirizzato nella preghiera e nell’elezione i Cardinali. È importante, cari amici, tenere in debito conto questo orizzonte interpretativo, questa ermeneutica, per mettere a fuoco il cuore degli eventi di questi giorni”. “Da qui nasce anzitutto un rinnovato e sincero ringraziamento per le fatiche di questi giorni particolarmente impegnativi, ma anche un invito a cercare di conoscere sempre di più la vera natura della Chiesa e anche il suo cammino nel mondo, con le sue virtù e con i suoi peccati, e conoscere le motivazioni spirituali che la guidano e che sono le più autentiche per comprenderla. Il vostro lavoro necessita di studio, di sensibilità, di esperienza, come tante altre professioni, ma comporta una particolare attenzione nei confronti della verità, della bontà e della bellezza; e questo ci rende particolarmente vicini, perché la Chiesa esiste per comunicare proprio questo: la Verità, la Bontà e la Bellezza ‘in persona’. Dovrebbe apparire chiaramente che siamo chiamati tutti non a comunicare noi stessi, ma questa triade esistenziale che conformano verità, bontà e bellezza”.“Alcuni non sapevano perché il Vescovo di Roma ha voluto chiamarsi Francesco. Alcuni pensavano a Francesco Saverio, a Francesco di Sales, anche a Francesco d’Assisi. Io vi racconterò la storia”.“Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche Prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il Cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: ‘Non dimenticarti dei poveri!’. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero … Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! “Vi voglio tanto bene, vi ringrazio per tutto quello che avete fatto. E penso al vostro lavoro: vi auguro di lavorare con serenità e con frutto, e di conoscere sempre meglio il Vangelo di Gesù Cristo e la realtà della Chiesa. Vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione. E auguro il meglio a voi e alle vostre famiglie, a ciascuna delle vostre famiglie. E imparto di cuore a tutti voi la benedizione. Grazie”.

"Fratelli e sorelle, buongiorno! Dopo il primo incontro di mercoledì scorso, oggi posso rivolgere di nuovo il mio saluto a tutti! E sono felice di farlo di domenica, nel giorno del Signore! Questo è bello è importante per noi cristiani: incontrarci di domenica, salutarci, parlarci come ora qui, nella piazza. Una piazza che, grazie ai media, ha le dimensioni del mondo. In questa quinta domenica di Quaresima, il Vangelo ci presenta l’episodio della donna adultera, che Gesù salva dalla condanna a morte. Colpisce l’atteggiamento di Gesù: non sentiamo parole di disprezzo, non sentiamo parole di condanna, ma soltanto parole di amore, di misericordia che invitano alla conversione. “Neanche io ti condanno: va' e d’ora in poi non peccare più!”. Eh, fratelli e sorelle, il volto di Dio è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza! Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Eh, quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza: ha pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito. Grande è la misericordia del Signore…sentire misericordia, questa parola cambia tutto. E’ il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di Dio, questo padre misericordioso che ha tanta pazienza…E’ bello, quello della misericordia! Ricordo, appena vescovo, nell’anno 1992, è arrivata a Buenos Aires la Madonna di Fatima e si è fatta una grande Messa per gli ammalati. Io sono andato a confessare, a quella Messa. E quasi alla fine della Messa mi sono alzato, perché dovevo amministrare una cresima. E’ venuta da me una donna anziana, umile, molto umile, ultraottantenne. Io l’ho guardata e le ho detto: “Nonna – perché da noi si dice così agli anziani: nonna – lei vuole confessarsi?”. “Sì”, mi ha detto. “Ma se lei non ha peccato …”. E lei mi ha detto: “Tutti abbiamo peccati …”. “Ma forse il Signore non li perdona …”. “Il Signore perdona tutto”, mi ha detto: sicura. “Ma come lo sa, lei, signora?”. “”. Io ho sentito una voglia di domandarle: “Mi dica, signora, lei ha studiato alla Gregoriana?”, perché quella è la sapienza che dà lo Spirito Santo: la sapienza interiore verso la misericordia di Dio. Non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di perdonarci, mai! “Eh, padre, qual è il problema?”. “Eh, il problema è che noi ci stanchiamo di chiedere perdono! Lui, mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti. Invochiamo l’intercessione della Madonna che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo". 

Benedetto, luce per l'Europa. La fiaccola benedettina illumina Parigi.

Ieri alle ore 18.30 si è tenuta una solenne concelebrazione eucaristica nella splendida cattedrale di Notre Dame a Parigi, gremitissima di persone. La presenza della “Fiaccola Benedettina” e delle Delegazioni di Norcia, Cassino e Subiaco è stata inserita nel programma ufficiale delle manifestazioni per l’850° anniversario di fondazione della Cattedrale. La Messa è stata presieduta da mons. Jérôme Daniel Beau, vescovo ausiliare di Parigi. L’importanza della “Fiaccola Benedettina” in Francia è stata sottolineata dall’arcivescovo Luigi Ventura, Nunzio Apostolico a Parigi. La “Fiaccola” e i gonfaloni dei Comuni di Norcia, Cassino e Subiaco erano stati sistemati in un lato del presbiterio, ben visibili dalle moltissime persone che riempivano Notre Dame. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, e l’abate di Montecassino, Dom Pietro Vittorelli – il primo all’inizio della celebrazione e il secondo alla fine – hanno ringraziato per l’accoglienza, sottolineando come la “Fiaccola Benedettina” non sia uno spettacolo o un’emozione, ma un aggregatore di valori che concorrono al bene comune e alla concordia, un segno di speranza per l’uomo contemporaneo. Nella sua omelia il Vescovo ausiliare di Parigi ha sottolineato come la “Fiaccola Benedettina” sia un appello alla pace e alla fraternità. Al termine della Messa, il sindaco di Subiaco, Francesco Pelliccia, a nome anche dei suoi colleghi di Norcia e Subiaco, ha letto il messaggio di pace che gli stessi hanno scritto in occasione delle celebrazioni benedettine del 2013: «La voce di Benedetto – affermano – parla ai nostri cuori, e ripartire dalla sua opera luminosa significa recuperare una forte unità spirituale, culturale e d’identità, unico e prezioso strumento capace di farci superare i momenti di difficoltà che i nostri Paesi stanno attraversando».
 

sabato 16 marzo 2013

"La nostra vita è un Cammino". Manifesto programmatico di un Papa "rivoluzionario"


Giovedì, durante la Messa celebrata nella Cappella Sistina con i cardinali elettori, Papa Francesco ha tenuto una splendida omelia a braccio. Si tratta di un magnifico manifesto programmatico, un piccolo trattato teologico, pur nella sua estrema concretezza. Papa Francesco ha messo in chiaro quali saranno gli orientamenti del suo pontificato. Quattro verbi: Camminare; Edificare; Confessare; Pregare. E un pilastro: la Croce di Gesù Cristo. Dei primi tre verbi e del pilastro, ne ha parlato nel corso dell'omelia; il quarto (pregare), lo ha messo in pratica fin dal primo istante in cui si è affacciato alla balconata di San Pietro. Un Papa "rivoluzionario"? Certo. Ma non nel senso che intendono certi commentatori. Questo programma del Pontefice riporta al centro dell'attenzione la Chiesa reale. Una Chiesa che dev'essere in Cammino "sempre alla luce del Signore". Edificata con le pietre vive, noi cristiani; che deve "confessare Gesù Cristo crocifisso": altrimenti, sottolinea il Santo Padre, "saremo solo una Ong pietosa". Eccola qui, la "rivoluzione" di Papa Francesco. Tre verbi (a partire dal movimento: il "camminare"), e un pilastro - la Croce - che tutto sorregge. Il resto viene di conseguenza. 

Ecco il testo integrale dell'omelia del 14 Marzo.

In queste tre Letture vedo che c'è qualcosa di comune: è il movimento. Nella prima Lettura il movimento nel cammino; nella Seconda Lettura, il movimento nell'edificazione della Chiesa; nella terza, nel Vangelo, il movimento nella confessione. Camminare, edificare, confessare. Camminare. "Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore" (Is 2,5). Questa è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo: "Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile". Camminare: la nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo, nella sua promessa. 
Camminare con Cristo
Edificare. Edificare la Chiesa. Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore. Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare. 
Edificare la Chiesa
Terzo, confessare. Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una Ong assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre, cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza. Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Léon Bloy: «Chi non prega il Signore, prega il diavolo». Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio.
Confessare Cristo
Camminare, edificare-costruire, confessare. Ma la cosa non è così facile, perché nel camminare, nel costruire, nel confessare, a volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino: sono movimenti che ci tirano indietro. Questo Vangelo prosegue con una situazione speciale. Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice: Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivo. Io ti seguo, ma non parliamo di Croce. Questo non c'entra. Ti seguo con altre possibilità, senza la Croce. Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore.
Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, avessimo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l'unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti.
Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, per la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso. Così sia.
Pregare

Fà la cosa giusta 2013




Ieri a Milano si è tenuta la prima giornata di Fà la cosa giusta! Fiera Nazionale del Consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Terre di Mezzo, organizzatrice dell'evento, oltre al proprio stand, ha allestito un ampio spazio tra i due padiglioni, interamente dedicato alla collana Percorsi, dove alcuni degli autori delle guide hanno incontrato lettori e pellegrini. L'affluenza è stata sostenuta fin dall'apertura; e durante l'intera giornata di ieri sono venute persone, di varia età, desiderose di percorrere presto il Cammino di San Benedetto e gli altri Cammini! Oltre al sottoscritto, allo stand erano presenti, e lo rimarranno fino alla fine della manifestazione, Giancarlo Cotta Ramusino, autore di Camminatori, che ha anche provveduto ad allestire lo stand in autentico stile "scout" e che ha illustrato il suo originale quanto efficace carretto che utilizza in Cammino; poi Luciano Callegari, autore de A Santiago lungo il Cammino del Nord e realizzatore del sito Pellegrinando, ormai da più di dieci anni sito di riferimento per tutti gli internauti pellegrini. Gli altri due autori presenti erano Riccardo Latini, autore de A Santiago lungo la via della Plata; la via Francigena da Canterbury alle Alpi; la via Francigena in Valle d'Aosta e Piemonte; La via Francigena in bicicletta; e Immacolata Coraggio, autrice di Hospitaleros. 

Giancarlo con la sua "mitica" Graziella e il carretto.
Allo stand Percorsi di Terre


Confronto tra Camminatori...
Fà la cosa giusta prosegue fino a Domenica presso Fiera Milano City, ingresso da via Scarampo. Metro: Lotto. Orari: Sabato 9-22. Domenica 10-20 Informazioni

mercoledì 13 marzo 2013

E ADESSO INCOMINCIAMO QUESTO CAMMINO!

Jorge Bergoglio, papa Francesco.



Amici e amiche, che serata! Fatico a dire l'emozione che mi ha suscitato l'elezione di Papa Francesco! Innanzitutto, la sorpresa. Francesco non è solo un nome. E' un annuncio programmatico. Ricordate la Chiesa in caduta libera al principio del XIII secolo? Autunno 1205. In una chiesetta diroccata fuori Assisi, Cristo irrompe ancora una volta nella Storia e ne cambia radicalmente il corso. A un ragazzotto che giocava a fare il cavaliere, dice una frase apparentemente banale, dalla portata devastante: "Francesco, và, ripara la mia casa, che come vedi, è tutta in rovina". Nascono gli ordini mendicanti, che segneranno un momento di svolta, un punto di non ritorno. Inizio del secondo millennio. Una Chiesa sofferente e sotto accusa, massacrata dagli scandali, in preda alla crisi delle vocazioni. Un terzo mondo che preme, reclamando diritti che da sempre gli sono negati. Sfaldamento della famiglia; crisi anzitutto di valori ben prima che economica. Mancanza di un senso della vita; difficoltà nel distinguere ciò che è lecito da ciò che giova. Insomma, un bel pasticcio! E in questa generale baraonda, chi si affaccia al balcone di San Pietro? Uno sconosciuto, umilissimo e impacciato signore in bianco che dice: Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma"...insomma, scusandosi che l'abbiano eletto. Sembra impacciato. Il seguito. Preghiera. Padre Nostro; Ave Maria; Gloria. Inizia il suo pontificato pregando! Capito? Non ci sarebbe da scandalizzarsi, anche Gesù lo faceva. Però, a mia memoria, nessun Papa l'aveva mai fatto. C'è di più. Silenzio. Nell'epoca del frastuono, Papa Francesco ha fatto silenzio. Due minuti esatti di silenzio, da quando si è affacciato alla balconata a quando ha iniziato a parlare. Poi ancora, quando ha chiesto alla Comunità dei Cristiani di pregare per lui. Non è strano: è nel silenzio che Dio si rivela. Il discorso. Dimesso? Apparentemente banale? Vediamo un pò le parole ricorrenti. Quella più pronunciata (ehm...) è...Cammino! "E adesso incominciamo questo Cammino, vescovo e popolo: questo Cammino della Chiesa di Roma che è quella che presiede nella Carità a tutte le Chiese. Un Cammino di fratellanza, di amore e fiducia tra noi". Ce n'è per un trattato di teologia. L'Universalità dei cristiani; la Carità; la Fratellanza; la Fiducia reciproca; l'Amore. In tutto il suo umile discorso, mai una volta che si definisca "papa". Sempre "vescovo".


E' dono di chi è toccato dallo Spirito riuscire a parlare con il cuore. Quei gesti semplici eppure grandi...come quando impone le mani, quasi a benedire l'intera Cristianità; quel richiamo all'amore fraterno, l'agape che è cuore del messaggio di Cristo. La semplicità e l'efficacia con cui ci ricorda che noi cristiani siamo un popolo, sì: un popolo in Cammino!...beh sinceramente l'ho sentito parlare al cuore, da vero Pastore del gregge di Dio. Che fatica congedarsi...penso che avrebbe voluto scendere nella piazza e abbracciare la folla! Mentre io avrei voluto che quella presenza si prolungasse oltre. E allora sono andato su Internet, dove mi sono imbattuto in un filmato di qualche anno fa, in cui l'allora Cardinal Bergoglio parla alla televisione spagnola. Assolutamente stra-ordinario! L'ho tradotto al volo in Italiano e l'ho riportato sotto, affinchè possiate cogliere la profondità spirituale di quest'uomo. In questo video, Jorge Bergoglio ci parla dell'eucarestia. Si emoziona quando parla dell'esperienza di Comunione con Cristo. Ci parla della sua esperienza personale. Quest'uomo, laureato in chimica, ha lavorato prima di entrare in seminario. Ma non ha mai dimenticato, nella quotidianità, di farsi accompagnare dalla presenza di Gesù Cristo nell'eucarestia, "anticipazione del banchetto del cielo...che ci fa trottare ogni giorno verso la speranza. E ci fa sentire cos'è la dolcezza del cielo, anche quando mastichiamo le uve amare della tribolazione". Parole di chi nella sua vita ha conosciuto Cristo, nostro compagno di Cammino.

 "Il calice. Non berrò più del frutto della vite, fino a che beva il vino nuovo nel Regno di Dio. In questo modo si apre un tempo intermedio tra la redenzione di Gesù e la consumazione definitiva, che è personale, quando io mi incontrerò con il Padre, nel Cielo, e che sarà universale quando Gesù verrà a instaurare tutte le cose. Nell'eucarestia, abbiamo le primizie di questo lungo Cammino. La messa di ogni giorno, la comunione frequente, sono come il dono nuziale, le primizie, la garanzia di quello che ci aspetta, di questo alimento, di questo banchetto. Non so, non vorrei essere blasfemo, però con tutto rispetto potrei dire...come il Signore...è come se fosse un aperitivo del banchetto; come se Lui ci precedesse di già, donandosi a noi come parte di questo banchetto che là va riempiendosi. A volte la difficoltà del lungo Cammino, quello che ci conduce al Regno definitivo, si diluisce nel quotidiano della vita; cioè ci sentiamo freddi, indifferenti, e a volte prendiamo la comunione così distratti, d'abitudine, come di fretta. Soprattutto è importante con quale intenzione lo facciamo. Ricordo quando ero giovane, che cominciavo a lavorare al mattino, alle 7 del mattino nel centro della città di Buenos Aires, e dovevo prendere un autobus che tardava molto. Alle sei e dieci avevo già voglia di entrare in seminario, di già...e ancora non era il momento. Alle sei e dieci giungevo a una parrocchia che stava a un isolato dalla fermata del bus, e il prete mi aspettava, mi dava l'eucarestia e durante tutto il viaggio pregavo il Signore....con un'allegria! Avevo voglia di ricevere il Signore, affinchè mi rendesse forte durante il giorno! E allora ciò mi impediva di rimanere indifferente, annoiato...Quando non lo potevo fare, perchè perdevo il bus o arrivavo tardi al lavoro, lentamente si entrava nella routine, diventavo un po' più freddo. La eucarestia è questa anticipazione del banchetto del cielo che ci va mantenendo in forma; che ci fa andare al trotto ogni giorno verso la speranza: la speranza del banchetto celeste. Questo, in qualche modo ci fa sentire la dolcezza di cos’è il cielo, anche nel mezzo di giorni e momenti in cui ci troviamo a masticare le uve amare della tribolazione. Tutti passiamo per questi momenti. Però, quando nel mezzo della tribolazione riceviamo Gesù nella eucarestia, ci dà forza, per pensare a quella pienezza di gioia che avremo nel banchetto celeste. Il Signore si fa nostro compagno di Cammino."

Credo che oggi lo Spirito di Dio abbia soffiato sulla Chiesa. Dio Benedica e protegga il nostro Papa Francesco; lo assista sempre, lo conservi nella salute del corpo e dello Spirito. Amen









HABEMUS PAPAM!

PAPA FRANCESCO
Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires, Argentina.

La unità si radica nel nostro cuore e quando la coltiviamo con il dialogo, con la giustizia e la solidarietà, è fonte di molta allegria!


domenica 10 marzo 2013

Novità in vista!

Cari amici,

La primavera è ormai alle porte...tempo di Cammini! Siete davvero in tantissimi a richiedere la Credenziale! Ecco allora le novità più importanti che aspettano tutti quelli che si metteranno in Cammino nei prossimi mesi.

LA NUOVA CREDENZIALE!
E' in arrivo l'attesissima nuova credenziale, e tra pochi giorni Angela provvederà a spedirla a tutti quelli che ne hanno fatto richiesta per le partenze da Aprile in poi. Come sapete, si tratta di una credenziale unica e comune al Cammino di San Benedetto, Di qui passò Francesco e Con le ali ai piedi. Uno strumento indispensabile per chiunque intenda percorrere questa rete di Cammini sulle tracce di San Benedetto da Norcia, San Francesco d'Assisi, e dell'Arcangelo Michele. Una credenziale bella, stampata su cartoncino pregiato, con ampio spazio per i timbri di tutti i luoghi visitati, che oltre ad aprirci le porte dell'ospitalità pellegrina, è anche un bel documento da conservare in ricordo del nostro pellegrinaggio. Oltre allo sviluppo dei tre Cammini, sulla credenziale sono riportati aneddoti, curiosità e preghiere del mondo benedettino, francescano e micaelico. Ricordo che la credenziale viene spedita per posta (non per e-mail! pertanto è fondamentale indicare il proprio domicilio) a tutti quelli che ne fanno richiesta, compilando il form sul sito del Cammino: RICHIEDI LA CREDENZIALE A discrezione del pellegrino, sarà possibile lasciare un'offerta tramite il bollettino postale allegato. Ricordo che tutte le offerte andranno a favore dell'Associazione Amici del Cammino di qui passò Francesco, che promuove i pellegrinaggi in Italia attraverso varie iniziative e progetti, tra cui quello della Ruah: l'acquisizione di un locale ad Assisi per farne uno spazio di accoglienza per i pellegrini.


CELEBRAZIONI BENEDETTINE 2013 
Un affollato ma silenzioso Monastero di San Benedetto ha fatto cornice, oggi pomeriggio, alla benedizione della Fiaccola Benedettina, accesa Venerdi 8 nella cripta della Basilica di San Benedetto a Norcia, e che ieri si trovava a Cassino. Il Sacro Speco di Subiaco, all'interno del quale si è svolta la celebrazione, ha visto i sindaci di Subiaco, Norcia e Cassino stringersi intorno al messaggio di Pace proposto dall'Abate Mauro Meacci. Le comunità presenti si sono assunte l'impegno di essere portavoci davanti all'Europa Unita dei valori del nostro patrono. Mercoledì 13 una delegazione rappresentativa delle autorità civili e religiose delle tre città benedettine porterà la Fiaccola Benedettina, e con essa il messaggio di San Benedetto, a Parigidove Sabato 16 sarà accolta nella cattedrale di Notre Dame, che quest'anno celebra il suo 850°anniversario. Lo stesso giorno, saranno presentati alle autorità francesi i luoghi benedettini, nei loro aspetti culturali, storici e religiosi: e sarà dedicato uno spazio al Cammino di San Benedetto, che approda così, nel modo migliore, fuori dell'Italia. 

SITO INTERNET


A proposito dei pellegrini stranieri: stanno richiedendo la credenziale dalla Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito, Belgio, e altri Paesi europei; oltreoceano, da Argentina, Canada, Usa; e pellegrini mi scrivono dal Brasile. Si pone pertanto la necessità, quanto mai urgente, di tradurre il sito internet nelle varie lingue. Per cominciare, grazie all'interessamento di un abate inglese e alla disinteressata disponibilità di un'importante scrittrice e traduttrice canadese, presto il sito sarà disponibile in lingua inglese. Il che è il primo importante passo per fare conoscere il Cammino fuori dai confini nazionali. Ma sarebbe importantissimo che fosse disponibile anche in altre lingue. Pertanto, lancio un appelloAmici del Cammino, più o meno madrelinguisti! Mettete la vostra competenza a favore del Cammino, cooperando all'opera di traduzione. Anche se nessuno potrà pagarvi in moneta per questo servizio, sappiate che per ogni pellegrino straniero che percorrerà il Cammino, il merito sarà anche vostro! La priorità immediata è per la lingua tedesca: fate girare e contattate chiunque sappiate aver le competenze per farlo! Poi, anche successivamente, ci si occuperà di francese, spagnolo, portoghese...più in generale, qualsiasi lingua dei pellegrini è la benvenuta!

Sempre a proposito del sito, l'ho realizzato completamente da autodidatta...e si vede; per quanto non manchino gli apprezzamenti, mi è chiaro che c'è moltissimo da migliorare, a partire dalla grafica! Per questo, se sei webmaster e volessi metterci mano...vale quello che ho già detto per i traduttori: fatti avanti caro amico del Cammino! Collabora al sitoScrivimi

FA' LA COSA GIUSTA! Fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. 
Quest'anno è giunta alla decima edizione, e si terrà da Venerdì 15 a Domenica 17 Marzo a Milano, negli spazi di Fiera MilanoCity. Da sempre, Fà la cosa giusta è l'evento di riferimento per tutto il mondo che si riconosce nella "Economia Solidale": un sistema che pone l'uomo al centro, cercando di coniugare sviluppo con equità, occupazione con solidarietà e risparmio con qualità. Terre di Mezzo, organizzatrice dell'evento, per favorire l'incontro degli autori delle guide della collana Percorsi di Terre con i loro lettori e pellegrini, ha allestito un apposito spazio INCONTRA L'AUTORE all'interno dello stand di Terre di Mezzo. 

Io sarò presente VENERDI 15 MARZO dalle 10 alle 20 per conoscerci, e magari organizzare insieme il tuo prossimo Cammino...TI ASPETTO! 


Chi sono
A presto! Simone 







martedì 5 marzo 2013

Una gioia che non si perde

Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è Legge. (Gal 5,22-23)


Quanto più do spazio in me allo Spirito di Dio, tanto più entro in contatto con la gioia che è in me, indipendentemente dalla situazione esteriore ed interiore che sto vivendo. Ciò mi dà una sensazione di libertà. La gioia, che è in me, è di origine divina. Nessuno me la può contestare. Può certamente appannarsi, ma essa è sempre presente sotto le turbolenze della mia vita, al fondo del mio cuore. Proprio nei momenti della mia vita nei quali tutto mi va storto, cerco di entrare in contatto con la mia gioia interiore. Allora ne ho la sensazione: succeda quel che deve succedere, questa gioia interiore è dentro di me! Dio è in me, e dove c'è Dio c'è la gioia, la sensazione che tutto è buono, la gioia per il fatto di essere amato da Dio, arricchito dalla vitalità e dalla fantasia, una persona libera, sulla quale nessuno ha potere. Mi posso ricordare di una situazione in cui non mi sono sentito in sintonia con un fratello. La prima reazione è stata di rabbia e delusione. C'è stato anche il pericolo di affondare nell'autocommiserazione. Però ho percepito quanto potere ho dato a queste incomprensioni. Ho notato come proprio questa esperienza fosse una sfida alla mia spiritualità. Posso vivere spiritualmente solo quando sono riconosciuto e sostenuto da tutti? Mi lascio travolgere a tal punto verso il basso dalle affermazioni critiche da non avere più nessun gusto per la mia vita interiore? Mentre mi passano per la testa questi pensieri, improvvisamente ecco l'intuizione: vi è in me uno spazio di gioia, che nessuno mi può togliere. Nel più profondo del mio cuore c'è una fonte di creatività e di voglia di vita, che è più forte di ogni riconoscimento e di ogni comprensione esteriore. D'improvviso, il fatto di essere incompreso non mi paralizza più, ma mi mette le ali per essere in contatto con questa gioia interiore. Ho avvertito quale forza abbia la gioia. E' pura energia che vorrebbe scorrere, che è più forte di tutti gli impedimenti esterni. Come una cascata scorre verso il basso, portando con sé tutti i detriti e aggirando le grandi rocce, così anche la gioia è una corrente viva che libera le energie prima bloccate e le porta a scorrere di nuovo. Non si lascia fermare da niente, ma raggiunge infallibilmente il proprio scopo nonostante tutti gli ostacoli.

Per approfondire: Anselm Grun, "lo spazio interiore", Queriniana 2008