lunedì 23 dicembre 2013

Sui luoghi del Cammino: MONTECASSINO - BUON NATALE A TUTTI I PELLEGRINI!

Mi scuso per l'intervallo trascorso dall'ultimo post...le ultime settimane sono state piuttosto impegnative, sia per via di importanti sviluppi sul Cammino di San Benedetto, che per la fase conclusiva della realizzazione di un nuovo Cammino che spero porterà tanti di voi a scoprire una nuova, entusiasmante fetta d'Italia a partire dalla primavera. Ancora non posso dirvi niente, soltanto...preparatevi!

Intanto è giunto il momento di concludere il nostro Cammino "virtuale" sul Cammino di San Benedetto. Avevamo lasciato il nostro pellegrino a Roccasecca...e allora facciamogli pure percorrere l'ultima tappa e raggiungere l'agognata meta...Montecassino! Ad appena un paio di chilometri da Roccasecca s'incontra l'interessante piccolo borgo di Caprile, dove sono almeno due i motivi d'interesse: la chiesa di Santa Maria delle Grazie, e l'eremo rupestre di Sant'Angelo in Asprano.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie, il cui esterno è in stile romanico, presenta sulla facciata un gigantesco affresco con San Cristoforo, del 1664. Le enormi dimensioni dell'affresco consentivano
a pellegrini e monaci diretti a Montecassino, di riceverne la “benedizione” a distanza. Da lì, un ripido sentiero da cui si gode d'una vista mozzafiato sulla valle del Liri, conduce all'eremo rupestre di Sant’Angelo in Asprano, detto anche di San Michele, accolto all’interno di un’ampia grotta. È probabile che la cavità naturale sia stata inizialmente il rifugio di qualche eremita, e che progressivamente si sia sviluppata intorno a essa una piccola comunità di monaci che vi edificò una chiesa. Davvero pregevole l’affresco bizantino, con la Madonna e gli apostoli, che sorregge nella lunetta il Cristo Pantocratore. La cura dei dettagli fa pensare all’opera di un monaco: probabilmente un benedettino amanuense. 
E da Caprile, proseguiamo per il grazioso paese di Castrocielo, in splendida posizione proprio sotto l'imponente mole di Monte Cairo che lo sovrasta da nord...A Piedimonte San Germano non potremo perdere un'abbondante bevuta alla fonte di Canneto, da cui scaturisce un'acqua buonissima che proviene dalla lontana val Canneto, ai margini del parco nazionale d'Abruzzo. Ci attende quindi Villa Santa Lucia, in posizione ancora più elevata sulla valle del Liri; dopo aver oltrepassato la Madonna delle Grazie imbocchiamo l'ultimo tratto di sentiero, quello che ci porterà a Montecassino. Tanti sono i sentimenti che ci affollano la mente percorrendo quest'ultimo tratto di Cammino....siamo giunti fin qui dopo più di 300 km a piedi, dall'ormai lontanissima Norcia. Per sedici giorni abbiamo camminato lungo i sentieri di tutto il centro Italia: dall'ultima propaggine dell'Umbria abbiamo attraversato tutto il lazio, e siamo giunti quasi al confine con la Campania. Quante immagini, ricordi, persone, emozioni, ci riempiranno la mente!

Mentre ripenseremo a tutte queste cose, a stento potremo trattenere l'emozione quando, a una curva del sentiero, ci apparirà, in tutta la sua grandezza e splendore, l'abbazia di Montecassino, dopo millecinquecento anni ancora lì, su quel colle che domina il passaggio obbligato tra il sud e il nord della Penisola. Ancora "com'era dov'era", nonostante quattro distruzioni, l'ultima, drammatica, durante l'ultima guerra mondiale. Montecassino è un luogo che non finisce mai di stupire; un'abbazia dove si avverte, pesantemente, il  senso della grande Storia che è passata di lì. Prima di raggiungere l'abbazia, varrà la pena salire a "quota 593", uno dei punti nevralgici della battaglia di Cassino, da dove svetta l'obelisco polacco. Da lì, si gode della migliore vista sull'abbazia. Poi, proprio dove termina il sentiero, sotto all'abbazia, sarà doveroso visitare il cimitero militare polacco, dove riposano mille soldati che diedero la vita in terra straniera combattendo il nazifascismo. Possa questo luogo essere un monumento alla pace tra i popoli. E, infine, ecco che la tanto desiderata meta ci apparirà dinnanzi in tutto il suo splendore, e ci accoglierà in modo quanto mai breve e incisivo: PAX. Che, in estrema sintesi, riassume l'intero ideale di vita di san Benedetto, uomo di pace.




Montecassino è meta finale del Cammino di San Benedetto. 
Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida

Il blog ritorna dopo le feste con nuovi argomenti e tante novità!
A tutti i pellegrini auguro di cuore UN SERENO NATALE!!!






martedì 3 dicembre 2013

Sui luoghi del Cammino: ROCCASECCA

Il Castello dei Conti d'Aquino (foto di Tommasino Marsella)

In splendida posizione panoramica sulla valle del Liri, e sovrastata dall'imponente mole di Monte Asprano, Roccasecca è un luogo che s'impone, e resta nel cuore. Sarà per la bellezza del borgo, il fascino dei suoi magnifici eremi rupestri, la gentilezza degli abitanti, o forse un insieme di tutti questi fattori. Roccasecca sorse prima del Mille come luogo fortificato del sistema difensivo dell’abbazia di Montecassino, e trasse il nome dalla scarsità d’acqua del luogo. Qui vi nacque uno dei più grandi Dottori della Chiesa: Tommaso d’Aquino. E la presenza del grande Santo è percepibile ad ogni angolo del paese. Non è un caso, se un'enorme statua di Tommaso vigila sull'abitato, e il suo sguardo penetrante è rivolto proprio in direzione di quel monastero in cui entrerà ancora bambino: Montecassino. Certo, non è scontato avere un così illustre concittadino: e trovo che ciò sia motivo di un giusto orgoglio nei Roccaseccani. Anche un altro concittadino, più recente, ha reso famoso il nome di Roccasecca: si tratta del celebre flautista Severino Gazzelloni, per ricordare il quale, tutti gli anni si tiene  in paese un festival internazionale di musica, che porta in città grandi artisti di fama internazionale. Numerosi i luoghi da vedere: il centro storico si presenta armonico nella sua vecchia struttura, e possiede chiese di indubbio valore artistico. Notevole il complesso fortificato medievale con i resti della rocca dei conti d’Aquino, dove san Tommaso vide la luce intorno al 1225, e la trecentesca chiesetta di San Tommaso, la prima al mondo dedicata al Dottore Angelico. 

Ma ciò che rende ancor più grande Roccasecca, è il calore dei suoi abitanti, in particolare nei confronti dei pellegrini. Sebbene, dopo poco più di un anno di Cammino, il pellegrino sia amato, rispettato e ammirato dappertutto, sembra che a Roccasecca vi siano una devozione e una dedizione del tutto particolari a queste persone "con il grosso zaino in spalla". Senza esagerazione, qui il pellegrino si sente una sorta di "divo", e tanto calore umano non passa inosservato, nè sotto silenzio. E' l'attenzione alle persone, che porta gli amici Roccaseccani, in testa a tutti Angelo Ciampa, (che pressochè tutti i pellegrini transitati da Roccasecca hanno conosciuto) a dedicare tempo, risorse ed energie alla cura dei pellegrini, che vengono accompagnati regolarmente e instancabilmente agli eremi, oppure in una visita guidata del paese. Amore per la propria terra, passione per il Cammino, attenzione verso i pellegrini. E non si tratta di un caso isolato: è un intero paese a essersi mobilitato per il Cammino di San Benedetto. Per questo, agli amici Roccaseccani, va il mio più sentito GRAZIE!





Nel post della prossima settimana affronteremo l'ultima tappa del Cammino, quella che ci porterà a Caprile con il suo eremo, e a Montecassino, un luogo straordinario con una storia di 1.500 anni. Non mancate!

Roccasecca è sulla tappa 15 del Cammino di San Benedetto. 
Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida

Angelo insieme a Max, primo pellegrino del Cammino di San Benedetto
Angelo con Davide (ora Don Davide) e Paolo, pellegrini bresciani.


Angelo e Tommaso con Andrea, pellegrino di Asiago


Con Vincenzo e Daniela di Milano
Con Giulio e Marisa di Merate

Con Ruben, Federico e Rosario: un marchigiano, un ciociaro e un siciliano insieme sul Cammino.
Il timbro di Roccasecca

lunedì 25 novembre 2013

Sui luoghi del Cammino: LE GOLE DEL MELFA




Riprendendo il nostro Cammino, che si avvia ormai
verso la conclusione, da Arpino affrontiamo la penultima tappa: quella che conduce a Roccasecca attraversando un'area naturalistica di primitiva, selvaggia bellezza: le Gole del Melfa. Si tratta di un luogo assolutamente magico, in cui davvero si può assaporare il gusto di una natura primordiale. Purtroppo, a causa di una diga che sbarra l’alto corso del fiume, il Melfa rimane secco per buona parte dell’anno. Ma quando c’è acqua, il Melfa è un fiume bellissimo, con salti e rapide che attirano canoisti dall'Italia e dall'estero. Il Tracciolino, la strada che le attraversa per intero, offre continuamente scorci mozzafiato sul fiume, incassato tra le ripide pareti delle montagne, e sui dirupi che ritmano il paesaggio delle gole. Sui suoi fianchi più impervi nidificano numerose specie di rapaci, tra cui il nibbio, il falco, il gheppio; e, negli ultimi tempi, le gole ospitano anche le aquile reali.
Incassato in un'angusta rientranza delle gole, l'eremo dello Spirito Santo è un luogo impervio che sembra essere la sede naturale di eremiti, asceti, persone dedite a vita contemplativa. Il suggestivo eremo è
costituito da una chiesetta e da un soprastante complesso di grotte. All’interno della chiesetta, di cui affascina l'assoluta semplicità., un’acquasantiera porta scolpita la data del 1100, mentre il nucleo più antico dell’insediamento, risalente probabilmente all’VIII-IX secolo è costituito dalle grotte, con le celle dei monaci organizzate intorno a un ambiente comune. Un ingegnoso sistema di canalette scavate nella parete
rocciosa permetteva di raccogliere l’acqua piovana per convogliarla in una cisterna, le cui dimensioni contenute fanno pensare a una piccola comunità.
Le Gole del Melfa sono attraversate dalla tappa 15 del Cammino di San Benedetto. 

Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida






Foto by Tommasino Marsella







mercoledì 20 novembre 2013

Oggi il Cammino di San Benedetto è sul Corriere della Sera

LEGGI L'ARTICOLO
Cari amici,

Ecco uscito l'atteso articolo del Corriere della Sera sul Cammino di San Benedetto. E' senza dubbio un bell'articolo, che promuove il Cammino; e il massimo risalto è dato, giustamente, ai luoghi e alle persone che hanno contribuito alla sua realizzazione. Soltanto, per evitare equivoci, tenevo a precisare alcuni aspetti a mio parere non sufficientemente chiari, che potrebbero creare fraintendimenti. Sulla "possibilità d'inventarsi un lavoro": non si riferisce a me, com'è detto più sotto io sono solo insegnante di religione cattolica; ma invece a coloro, e sono ormai sempre più, che si sono creati un'attività legata al passaggio dei pellegrini, con l'apertura, ad esempio, di nuovi bed & breakfast o affittacamere, ciò che ha portato a un piccolo indotto in zone economicamente depresse a causa dell'esclusione dai grandi flussi turistici o industrie. Se il Cammino può contribuire a fermare uno spopolamento che continua anche al giorno d'oggi, e nel contempo valorizzare e preservare questi ambienti, è senz'altro un gran bene. Invece, per quanto riguarda me, pur dedicando al Cammino gran parte del tempo libero, oltre alle ore di sonno, non si tratta di un lavoro in senso proprio, non essendo fonte di reddito; al contrario, tutte le spese sostenute perchè il Cammino esistesse (dai numerosi viaggi, fino alla vernice e i pennelli con cui sono andato a segnare i sentieri), ho fatto di tasca mia, e per il momento ciò è stato compensato, almeno in parte, con i diritti d'autore sulla guida. Lo dico non per lamentarmi nè per vantarmi, ma soltanto per fare presente a chi sostiene che ci vogliono i milioni di euro per fare i Cammini, che questo Cammino è stato fatto completamente senza un soldo, ma di cuore ce n'è stato tanto! E non solo da parte mia, ma da parte dei tanti amici del Cammino! E le offerte per le Credenziali? Non essendoci un'associazione del Cammino di San Benedetto, nè sapendo se ne avrei mai fondata una, ho ritenuto fin dall'inizio che queste andassero a favore dell'Associazione "Amici del Cammino Di qui passò Francesco", sostenendo in questo modo un'associazione di cui condivido pienamente lo spirito e che si è data particolarmente da fare per richiamare pellegrini dall'Italia e dal Mondo sui nostri bei Cammini italiani. Da qui anche la scelta di creare una Credenziale comune a entrambi i Cammini. Ora, le necessità di mantenere e migliorare il Cammino rendono necessaria la costituzione di un'associazione degli amici del Cammino di San Benedetto, cosa che sta avvenendo, e in futuro le eventuali donazioni serviranno a sostenere anche praticamente questo Cammino: ma fino ad oggi si è fatto tutto grazie all'impegno e alla buona volontà di tanti amici, tra cui alcuni di quelli citati nell'articolo. Confesso che, quando questo progetto è cominciato, poco più di un anno fa, non mi aspettavo che fosse accolto con tanto favore...per me, tutto questo continua a essere motivo di stupore. Certo, non posso assolutamente pensare che tutto questo sia frutto del caso. Senza offesa per il bravissimo Peppe Aquaro che ha scritto l'articolo, e che ringrazio di cuore, su questo punto ha un po' (benignamente parlando) "toppato"... Il caso, fato, o destino, esisteva per i pagani. Per i cristiani, quel caso si chiama Provvidenza. Ecco. Per il resto, perfetto. Grazie Peppe.

Un caro saluto a tutti i pellegrini!

venerdì 15 novembre 2013

Sui luoghi del Cammino: ARPINO e MONTE SAN GIOVANNI

Lasciataci alle spalle la splendida abbazia di Casamari, volgiamo decisamente alla valle del fiume Liri, avviandoci verso le ultime tappe del Cammino di San Benedetto. Da Casamari, attraverso piccole alture giungiamo a Monte San Giovanni Campano, luogo che ha ospitato un episodio singolare della vita di San Tommaso d’Aquino, il “Dottor Angelico”. La biografia del grande Roccaseccano, ci narra infatti che presso il castello di Monte San Giovanni, di proprietà della famiglia dei Conti d’Aquino, san Tommaso venne tenuto prigioniero per un anno intero dai fratelli, speranzosi d’indurlo così a recedere dalla scelta di farsi domenicano, ritenuta indegna del prestigio della famiglia. Poiché Tommaso non cambiò affatto idea, alla fine i fratelli lo lasciarono andare. Il centro storico, per tutti “il borgo”, è un labirinto di strette viuzze e case addossate le une alle altre, tra finestre antiche, leggiadri balconcini e portali riccamente decorati. Sopra a tutto, svetta il Castello, che include un sontuoso palazzo rinascimentale; il panorama che si gode da lassù è magnifico, e spazia dai monti Ernici ai Marsicani, da quelli della Meta agli Ausoni, Aurunci e Lepini. 

Monte San Giovanni è anche noto per la produzione dell’olio extravergine di oliva, e fa parte dell’esclusivo club dei borghi più belli d’Italia. Da Monte San Giovanni, si scende al fiume Liri e poi, attraverso una strada tranquilla che si snoda tra colli coltivati ad ulivi, si giunge finalmente ad Arpino. Situato a cavallo di due colli, e sovrastato da un’antica e splendida acropoli, Arpino è uno di quei luoghi che s’imprimono nella memoria, e che inducono a ritornarvi più e più volte. Questo è un luogo in cui la grande Storia, ce la si sente addosso. Arpino ha dato i natali nientemeno che a Cicerone, il più grande oratore romano, al generale Caio Mario, e ad Agrippa, colui che tra l’altro fece costruire il Pantheon. La piazza principale sorge sul foro romano, di cui tuttora sono visibili i resti dell’antico basolato. Numerose, e molto interessanti, le chiese, tra cui la Collegiata di San Michele, e Sant’Andrea con il monastero di clausura delle Benedettine. Straordinaria sotto ogni profilo è l’acropoli di Civitavecchia, un luogo speciale che ancor oggi è in grado di suscitare suggestioni arcaiche. Raccolta intorno a una poderosa cerchia di mura poligonali, o megalitiche, fu probabilmente il nucleo originario di un primitivo insediamento dei Volsci, una fiera popolazione preromana. Imperdibile l’arco a sesto acuto, che costituiva l’antico accesso all’acropoli: unico esempio in Italia, che ricorda da vicino il sistema costruttivo adottato a Tirinto e a Micene. Segno di un contatto tra questi luoghi e l’antica Grecia? Chissà: anche questo è uno dei tanti Misteri che avvolgono questi luoghi.


Monte San Giovanni Campano, Arpino e l'acropoli di Civitavecchia sono raggiunti dalla tappa 14 del Cammino di San Benedetto. Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida

giovedì 7 novembre 2013

Sui luoghi del Cammino: L'ABBAZIA DI CASAMARI

Cari amici,

Riprendendo il nostro Cammino dalla splendida certosa di Trisulti, una bella strada di montagna, tra splendidi boschi, scende al fiume e poi risale fino a Civita. Da qui, scende gradatamente in mezzo a magnifici boschi, prati e ampie vedute, verso la valle del fiume Liri, che sarà quella che ci accompagnerà fino alla fine del Cammino. E così, in fondo a questa bella tappa, troviamo un autentico gioiello, uno dei rarissimi esempi in Italia di "gotico cistercense": l'Abbazia di Casamari.

L'aria è senza dubbio francese: un piccolo gioiello che ricorda le abbazie d'oltralpe. Casamari sorge sull’antico municipium romano di Cereatae, dov’era la residenza del grande console Caio Mario (Casa Mari significa infatti casa di Mario). Fondata nel 1035 da monaci benedettini, venne poi completamente rimaneggiata dai cistercensi, e divenne un centro politico e religioso di enorme importanza. La chiesa gotica è un’autentica selva di pilastri; splendidi il chiostro, la Sala del Capitolo e il refettorio. Importantissima la biblioteca. Poiché la Regola imponeva l’assistenza ai bisognosi, il complesso abbaziale comprese anche una foresteria per l’accoglienza dei pellegrini; una farmacia, un’infermeria e un ospedale. Le funzioni sono suggestive, e cantate in gregoriano.


L'ABBAZIA DI CASAMARI E' RAGGIUNTA dalla tappa 13 del Cammino di San Benedetto. Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida



venerdì 1 novembre 2013

Sui luoghi del Cammino: COLLEPARDO e CERTOSA DI TRISULTI

Cari amici,

Proseguendo sulla tappa 12, riprendiamo il Cammino da Vico nel Lazio. Lasciata questa piccola "Carcassonne" ciociara, dall'imponente cinta muraria, ci inoltreremo negli splendidi monti Ernici, e dopo una bella discesa nel bosco con ampia vista panoramica su una valle verdissima e spettacolare, raggiungiamo Collepardo. Il paesino è un'autentica delizia, in posizione panoramica sopra una valle ricca di acque, e con singolari fenomeni carsici che hanno creato un ampio mondo sotterraneo. Non solo: il centro storico medievale è ricco di casette, vicoli e piazzette che si intersecano in un dedalo di elementi architettonici di grande effetto.  Le grotte si aprono circa 30 metri sopra al torrente, che in milioni di anni ha modellato la vallata: lo spettacolo delle stalagmiti e stalattiti, creato dal millenario stillicidio delle acque, è di suprema bellezza. Il Pozzo d’Antullo è una grandiosa voragine ovoidale, di origine carsica, con una circonferenza di 300 metri e una prolfondità fino a 70. Una splendida passeggiata su un'antica strada romana, ancora in parte lastricata, e passando sopra un ponte romano ancora ben conservato, ci introduce nella magnifica Selva d'Ecio, un'area boschiva di particolare pregio ambientale, una delle prime aree tutelate in Italia. In mezzo a questi boschi secolari, si apre un autentico gioiello: La Certosa di Trisulti.
Situata in posizione spettacolare, in mezzo ai boschi degli Ernici, è uno dei monasteri più belli dell’Italia
centrale, un luogo ideale per la contemplazione. Venne fondato dai Certosini nel 1204 per volere di Innocenzo III, vicino al luogo dove già nell’anno Mille san Domenico di Sora aveva fatto costruire un monastero. I Certosini vi risiedettero stabilmente fino al 1947, quando furono sostituiti dai Cistercensi della
Congregazione di Casamari. Dal piazzale della Certosa, un percorso in discesa in mezzo ai boschi conduce a un incredibile eremo interamente raccolto all'interno di un'ampia grotta, quello della Madonna delle Cese. Un’antica tradizione popolare vuole che un pio e santo eremita, nella prima metà del VI secolo, si fosse ritirato nella grotta delle Cese, e che lì gli sia apparsa la Madonna, che lasciò la sua immagine impressa sulla pietra
. La bellezza orrida e selvaggia, la mistica solitudine di questi luoghi alpestri, da tempo immemorabile sono stati di forte richiamo per le anime desiderose di ritirarsi a vita eremitica: e nemmeno noi potremo rimanere indifferenti al loro fascino tremendo.


COLLEPARDO e la CERTOSA DI TRISULTI sono raggiunti dalla tappa 12 del Cammino di San Benedetto. Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida


giovedì 24 ottobre 2013

Sui luoghi del Cammino: GUARCINO e VICO NEL LAZIO

Cari amici,

Tappa 12
E proseguendo lungo il nostro viaggio virtuale sui luoghi del Cammino, oggi ripartiremo da Trevi nel Lazio alla volta di Guarcino e Vico nel Lazio. Ci troviamo sulla Tappa 12, una splendida tappa di montagna, in cui si passa dai monti Simbruini agli Ernici, ripercorrendo un'antica strada romana, verso la cui sommità, in mezzo a un magnifico ed estesissimo bosco, incontriamo un arco: l'arco di Trevi, appunto, un antica dogana romana posta sulla strada per Treba Augusta. Trovare questo antico manufatto dove meno ce l'aspetteremmo, è un'autentica, piacevolissima, sorpresa. Dopo una lunga discesa in mezzo a boschi, raggiungiamo Guarcino. Il paese si trova in un'eccezionale posizione, ai piedi di imponenti montagne, e perciò l'acqua che scaturisce dalle sue numerose fontane è eccezionale, si dice che abbia proprietà curative: e di fatto l'acqua di Guarcino è anche imbottigliata e commercializzata.
L'Arco di Trevi
L’isolamento e la bellezza selvaggia dei luoghi attrasse fin qui molti eremiti, tanto che la tradizione vuole, molto verosimilmente, che Benedetto sia passato proprio di qui, nel suo viaggio da Subiaco a Montecassino, fondando vari monasteri, tra cui quello di San Luca. Specialità del paese imperdibili, sono gli ottimi “amaretti” di Guarcino: dolcetti in pasta di
mandorle, la cui ricetta si narra essere stata donata alla popolazione da un monaco, riconoscente per la squisita ospitalità ricevuta. Squisita, sì: in ogni senso! Un bel sentiero, da Guarcino ci condurrà a Vico nel Lazio, un'incredibile, piccola "Carcassonne" ciociara!
Guarcino
Le viuzze sono un'esplosione di portali,
bifore, archi e loggette. Molto interessanti sono la Collegiata di San Michele arcangelo, dell’XI secolo, che custodisce al suo interno una croce in legno e madreperla proveniente da Gerusalemme; e la chiesa di Santa Maria, con campanile a vela, cripta di epoca romana e affreschi del XIII secolo; notevole anche il medievale Palazzo del Governatore, che per lungo periodo fu una residenza estiva della nobile famiglia romana dei Colonna.

A presto con Collepardo e la Certosa di Trisulti!



GUARCINO E VICO NEL LAZIO sono raggiunti dalla tappa 12 del Cammino di San Benedetto. Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida

In ricordo di San Benedetto - Guarcino
Le imponenti mura di Vico



venerdì 18 ottobre 2013

BENVENUTA SECONDA EDIZIONE! Sui luoghi del Cammino: TREVI NEL LAZIO

Cari amici,

Da oggi è finalmente disponibile in tutte le librerie la seconda edizione aggiornata della guida Il Cammino di San Benedetto! Vediamo le novità. Innanzitutto, sulla base delle vostre preziose indicazioni, sono state riviste e migliorate le descrizioni dei percorsi, e in questo compito ho cercato di essere il più preciso possibile. Sono state inoltre ampliate grandemente le possibilità di alloggio; e nell'introdurre nuove strutture, ho curato di visionarle personalmente, sincerandomi che, oltre ad essere idonee (il livello è generalmente molto buono!), i gestori fossero in linea con la filosofia del Cammino. Dunque prezzi riservati ai pellegrini e trasparenti, indicati in guida; insieme all'impegno da parte delle strutture a mantenerli invariati almeno fino alla prossima estate. Molte delle persone che vi ospitano sono inoltre "amici del Cammino": persone di buona volontà in loco che prestano una preziosissima opera volontaria a favore del Cammino, con attività che spaziano dalla segnatura dei sentieri, all'accompagnare i pellegrini in visite guidate del proprio paese e dintorni; all'individuazione di possibili migliorie del Cammino; fino ad attività più originali, perfino...portarli a fare un giro in barca sul lago! Ormai gli "amici del Cammino" sono quasi su ogni tappa: li ho indicati tutti nella nuova edizione, affinchè possiate in tutta tranquillità rivolgervi a loro in caso di necessità. E' anche un modo per vivere  "da dentro" il Cammino: quale migliore modo infatti che stabilire relazioni con persone che dedicano le loro energie e il tempo libero a questo progetto? Questo è il Cammino della Seconda edizione: un Cammino capace di coinvolgere sempre più persone; un Cammino ormai capace di "camminare" sempre più con le proprie gambe! Anche per questa edizione, conto sul vostro prezioso feedback per tenere la guida sempre aggiornata. 

E riprendiamo la gradita rubrica "Sui luoghi del Cammino", da dove l'avevamo lasciata: alla tappa 11, da Subiaco a Trevi Nel Lazio. Scendendo da Santa Scolastica, s'imbocca una valle con caratteristiche assolutamente uniche: non a caso è chiamata "Valle Santa". Qui il fiume Aniene, scendendo dai "magici" Monti Simbruini, s'insinua in una verde e freschissima valle, una sorta di gola, stretta com'è tra due alte pareti rocciose, contornate da una vegetazione esuberante. In questo tratto il fiume è bellissimo, e in parecchi punti è possibile scendere al fiume per rinfrescarsi: in ogni senso! Pare che la temperatura dell'Aniene, scendendo dai Monti Simbruini, sia a una temperatura più o meno costante intorno ai 6°C, ciò che ne fa uno dei fiumi più freddi d'Italia (è alla stessa temperatura della Dora Baltea, che scende dal Monte Bianco!) E l'acqua è pulitissima, una vera gioia da vedersi...e quanta frescura vi si trova in piena estate, in quella magnifica gola! Tutto è bellezza, si comprende facilmente perchè l'abbiano chiamata in quel modo (per inciso, è altamente probabile che San Benedetto l'abbia percorsa, nel suo viaggio da Subiaco a Montecassino: a Trevi vi era sede vescovile, e Treba Augusta era ottimamente collegata da un sistema di strade). Nella guida descrivo dettagliatamente quello che troviamo in questo tratto: oltre alla natura magnifica, vi sono importanti resti romani. Dove termina la sterrata che attraversa tutta la Valle Santa, a Comunacque, troviamo infatti un'area archeologica corrispondente al luogo di captazione dell'Anio Novus (Aniene Nuovo), che fu il più importante degli acquedotti romani.

Vi è anche una piccola cascata, molto suggestiva. Ora quest'area è attraversata interamente dal Cammino di San Benedetto: il percorso, che permette di tagliare un pezzo di strada asfaltata, visitare la cascata e l'area archeologica, è stato interamente ripulito e reso accessibile grazie all'impegno di Vincenzo, assessore al turismo/cultura del comune di Trevi, e di alcuni suoi ottimi amici, che hanno anche provveduto a realizzare dei cartelli segnaletici che hanno posizionato là dove necessario. Trevi ha dato un'ottimo esempio di cosa significhi, concretamente, darsi da fare per il Cammino: un esempio da seguire. Dopo una salita intermedia, il tratto finale costeggia nuovamente l'Aniene: a Trevi entriamo per un'antica via, cui il Cammino può ridare nuova vita.

Trevi nel Lazio: un piccolo paese dalla grandissima storia! Il paesino sorge su di un colle intorno all’antica rocca innalzata dai Caetani a guardia dell’alta valle dell’Aniene. Fin da epoche remote questa terra fu abitata dagli equi, una popolazione italica che venne sottomessa dai romani, i quali fecero di Treba Augusta una
colonia posta sotto la diretta giurisdizione imperiale. Pertanto, le testimonianze romane si sprecano! Ma vi è altro. In paese, sono assolutamente degni di nota l’oratorio di San Pietro Eremita, con un pregevole gruppo marmoreo di scuola berniniana; e la collegiata di Santa Maria Assunta, del XV secolo, in stile barocco con un monumentale organo del 1634. La cripta della collegiata custodisce poi le spoglie di San Pietro Eremita (e molto ci sarebbe da dire su questo santo poco conosciuto ma veneratissimo dai Trebani...e non solo!); mentre nel castello Caetani, alla sommità del paese, soggiornò nientemeno che quel Benedetto Caetani che passerà alla storia come Papa Bonifacio VIII.

Basta poi guardarsi intorno per rimanere stupiti dall'incanto del luogo: qui i Monti Simbruini raggiungono il massimo dello splendore, e sarebbe davvero molto bello, avendo qualche giorno in più a disposizione, concedersi qualche magnifica camminata verso cime che toccano i 2.000 metri. Nella nuova edizione, propongo un facile trekking sui Simbruini per raggiungere il Santuario della SS.ma Trinità di Vallepietra (andata e ritorno in giornata da Subiaco; oppure in 2 giorni se dalla SS.ma Trinità si prosegue fino a Trevi, con pernottamento a Vallepietra: in questo caso il trekking diventerebbe alternativo alla tappa 11).

Insomma, il Cammino sta aprendo nuove possibilità, per essere ancora più coinvolgente e per conoscere più nel profondo la bellezza di questa, straordinaria Italia minore ("minore" solamente perchè meno conosciuta!!!)


A presto amici, e buon Cammino a chi sta ancora partendo!



giovedì 10 ottobre 2013

Sempre più...Popolo in Cammino!

Carissimi amici,

Dopo la lunga pausa estiva, riecco il blog! Era ora...direte!!!
Avete perfettamente ragione, chiedo scusa per la lunga latitanza...ma sappiate che, mentre non scrivevo, stavo comunque "lavorando per voi" in altro modo. Ed eccoci qua: ben ritrovati a tutti!

Credo che il blog possa essere un magnifico strumento informativo e di approfondimento: così le riflessioni e gli approfondimenti sulla Regola Benedettina, insieme alla serie "Sui luoghi del Cammino" (che presto riprenderà da dove l'abbiamo "lasciata", a Subiaco) hanno riscosso parecchio interesse, nè sarebbe stato possibile pubblicare lo stesso su un sito o su un social network. L'unico limite di questo strumento, a mio parere, è quello di essere poco dialogico: molto raramente sono arrivati commenti, riflessioni, proposte sul blog (che invece sono arrivate, eccome, per e-mail).

Poichè credo molto nell'importanza di un confronto e scambio d'informazioni in tempo reale tra i pellegrini, ho creato un gruppo aperto su Facebook, cui invito caldamente tutti coloro che non l'abbiano già fatto a iscriversi: Gruppo Facebook Ciò va ad integrare perfettamente il blog.

Dopo questa premessa, facciamo un po' il punto della situazione del Cammino.
Occorre innanzitutto dire che l'estate è andata ben oltre le migliori aspettative. Se la scorsa estate è stata, per così dire, un "banco di prova", in cui pochi "temerari" hanno accolto con fiducia quella che poteva anche sembrare una sfida, già a partire da Marzo di quest'anno l'afflusso dei pellegrini è stato in continuo aumento, toccando il vertice durante i mesi di Luglio e Agosto, ma ancora vi sono pellegrini sul Cammino. Si tratta di un "piccolo popolo" (si stima che ad oggi siano transitati almeno un migliaio di pellegrini), che aumenta di giorno in giorno grazie a un passaparola formidabile e a un'accoglienza in loco a dir poco calorosa.
Non c'è ormai luogo lungo il Cammino in cui non si sappia riconoscere un pellegrino. Uomini e donne di ogni età (finora dagli 8 agli 84 anni); a volte da soli, altre in compagnia; a piedi, in bicicletta, a cavallo; con cani, e perfino somarelli al seguito. Gli abitanti dei luoghi attraversati si sono affezionati al Cammino e ai pellegrini: e succedono cose che mai ti saresti aspettato, cose che fanno bene alla salute di corpo e spirito.


Citerò soltanto alcuni esempi tra i tanti, che si aggiungono ai numerosi esempi virtuosi di persone che si stanno dando da fare per il Cammino. Un paio di mesi fa ho ricevuto una telefonata da una simpatica signora di Castel di Tora, Rita, che mi dice: "vedo passare tanti pellegrini...vorrei fare qualcosa per loro. Vivo sola, ho una stanza libera in casa mia. E' possibile ospitarne qualcuno? Mi farebbe tanto piacere". Caspita come no??? Così l'ho segnalata nella pagina "aggiornamenti" del sito. Dopo qualche tempo, mi ha richiamato tutta emozionata per dirmi: "questa notte ho ospitato i primi pellegrini...è stata un'esperienza bellissima". E che dire di Fabio, che avendo delle barche sul lago del Turano, si è messo a disposizione dei pellegrini per portarli a fare il giro del lago, e traghettarli fino a Castel di Tora? Tutto questo è fatto gratuitamente. In un mondo in cui nessuno fa niente per niente, credo che ciò abbia quasi del miracoloso. Forse, davvero, il Cammino sa compiere miracoli...

E veniamo a questo "Popolo in Cammino". Eterogeneo per provenienza geografica, vi sono rappresentate quasi tutte le Regioni d’Italia; e la componente straniera è in forte crescita. Lo sarà ancora di più a partire dalla prossima primavera, quando la guida, giunta alla seconda edizione italiana, verrà pubblicata anche in tedesco, accogliendo le richieste dei pellegrini, sempre più numerosi, provenienti da Austria, Germania e altri paesi di lingua e cultura germanica. Credo sia un fatto molto importante: questo Cammino può dare una piccola ma importantissima lezione di fratellanza! Europei che si trovano a camminare fianco a fianco per rendere omaggio al Patrono dell'Europa, dove nel riconoscersi nel comune nome “pellegrini”, scompare qualsiasi divisione nazionalistica, imponendosi su tutti l’unità. Il saluto con cui ci accoglie la meta, “Pax” non è un eufemismo: camminare è un atto profondamente pacifico. E rivoluzionario: in un mondo che tutto divora e prontamente butta via, il camminare ristabilisce il giusto peso delle cose. Il nulla che portiamo nello zaino stride con il troppo che appesantisce la vita. La musica ritmata dei passi s’impone sul tic-tac dell’orologio. Il Cammino alleggerisce e libera da tante, troppe schiavitù.

Sul Cammino c'è ancora tanto da fare, e già si sta facendo. I chilometri su asfalto, per quanto si tratti sempre di strade a bassissimo traffico, potranno essere ridotti grazie alla ripulitura di vecchi sentieri, o all’introduzione di varianti (come la nuova Arpino-Roccasecca di cui questa Domenica si terrà la Camminata inaugurale); mentre sarà cura degli “amici del Cammino”, un numero crescente di volontari in loco, provvedere a mantenere il Cammino segnato e ben percorribile. Nella seconda edizione, dovunque siano presenti, ho provveduto a segnalare gli “amici del Cammino”: affidatevi a loro in tutta fiducia. da veri "esperti della tappa", potranno fornirvi preziose informazioni e assistenza in caso di necessità. Non solo: conoscerete anche persone disponibilissime con le quali sarà immediato entrare in relazione...e quante amicizie si sono create e stanno nascendo grazie al Cammino!

Alla luce dei fatti, non posso che constatare che tutto quanto è stato seminato sta dando abbondanti frutti. Di questo desidero ringraziare tutti gli amici che hanno voluto condividere questo sogno. E ringrazio tutti voi pellegrini. Il vostro calore, l’entusiasmo, l’incessante incoraggiamento, mi spingono a continuare a spendermi per questo Cammino; sempre meno da solo, sempre più insieme agli amici del Cammino. Vi saluto affettuosamente.

Ricordo gli "eventi pellegrini" della settimana: Domenica 13 Ottobre, in occasione della giornata del Camminare si è organizzata una camminata di gruppo lungo la nuova tappa 15 del Cammino di San Benedetto: Camminata 13 Ottobre
Martedì 15 Ottobre, presentazione del Cammino di San Benedetto a Bologna, presso la sede di Trekking Italia: Trekking Italia 15 Ottobre