mercoledì 31 ottobre 2012

4°INCONTRO NAZIONALE RETE DEI CAMMINI A S.GIOVANNI ROTONDO - Video del Cammino di Massimo e Flavio

AL VIA IL 4° INCONTRO NAZIONALE DELLA RETE DEI CAMMINI
A SAN GIOVANNI ROTONDO C'E' BI-SOGNO DI CAMMINI!
Ormai tutto è pronto, per l'Incontro Nazionale nel Gargano.

UN INCONTRO-Workshop incentrato su un BI-SOGNO, un sogno doppio: quello di dare voce a chi realmente "vive" i cammini, studiandoli, percorrendoli, facendoli amare, e quello di trovare nella qualità, oltre che nella passione, lo slancio vitale e il respiro europeo delle vie storiche italiane. Due importanti novità: al mattino ci sarà come conduttore Fabrizio Ardito, giornalista da anni appassionato viandante della storia. Nel pomeriggio la guida del dibattito passerà a Franco Saba, rappresentante di Legambiente Sardegna e dell'Associazione Pozzo Sella Onlus in lotta per il Parco Geominerario del Sulcis Iglesiente. Toccherà a lui pilotare il workshop verso il documento conclusivo, che darà linee guida al grande BI-SOGNO DI CAMMINI.
PROGRAMMA COMPLETO DELL'INCONTRO: http://www.camminodibenedetto.it/PROGRAMMA_RETE.PDF

Colgo l'occasione per pubblicare un bell'audiovisivo del Cammino di Massimo e Flavio (li ricordate? quelli che con eccesso di modestia si autodefinivano "pellegrini anacronistici")...sono bravissimi pellegrini!!! Vedere per credere!!!


A presto!
Simone



martedì 23 ottobre 2012

Memorie del Cammino di due "irriducibili" pellegrini.


Pubblico con estremo piacere le riflessioni di viaggio di due bravi, simpatici ed "irriducibili" pellegrini milanesi: Anna e Vittorio, di cui ho apprezzato la tenacia nel percorrere tutto il Cammino malgrado il caldo torrido; l'entusiasmo che li ha guidati ad affrontare con gioia ogni tappa; la carica umana che portano con sè. 

ANNA E VITTORIO, PELLEGRINI IRRIDUCIBILI

Ha colto nel segno Simone quando ci ha definiti pellegrini "irriducibili"......
Siamo partiti da Milano con la speranza di riuscire a percorrere tutte le 16 tappe, ma non con la certezza di farcela. Nessuno di noi due aveva mai sperimentato un cammino e non sapevamo come il fisico avrebbe reagito. Invece, eccoci qui a raccontare i nostri 350 km che abbiamo percorso, tappa dopo tappa, tutti rigorosamente a piedi. La scelta di percorrerlo seguendo meticolosamente la guida, l’abbiamo considerata come una specie di "rispetto" nei confronti di Simone e del lavoro che ha compiuto: abbiamo sempre pensato che un cammino va preso per quello che è, senza cercare di "filtrare" solamente le parti "migliori", solo in questo modo crediamo si possa recepire la vera spiritualità che un cammino può trasmettere. 19 giorni sono passati veloci, più di quanto pensassimo, lasciandoci una grande soddisfazione e la ricchezza di tanti incontri.

A Calolziocorte abbiamo finalmente conosciuto Simone di persona, ma era quasi come se ci conoscessimo già, visto che ci eravamo sentiti tante volte, prima per chiedere informazioni e poi per raccontare durante il cammino, giorno dopo giorno, quello che facevamo.
L'incontro con Simone e con alcuni compagni di avventura ci ha dato l'occasione per ripercorrere nella memoria il nostro cammino.

Treno e pullman, poi a Norcia l'inizio vero e proprio è segnato dall'incontro con un frate nientemeno che dell'Arizona, che ci fa timbrare la credenziale, ci dà una benedizione ad personam e ci regala due piccoli crocifissi di San Benedetto che ci proteggeranno per tutto il cammino. Il timore e l'incertezza per quello che ci attende si leggono nei nostri volti la mattina della partenza per la prima tappa. Ma subito timore e incertezza scompaiono e subentra l'entusiasmo per quello che stiamo facendo.

 

Ogni mattina si parte alla scoperta di qualcosa di nuovo. Dopo una lauta colazione, compriamo un po' di viveri in qualche negozietto o al mercato, attendendo pazientemente che le massaie del posto facciano con calma la loro spesa tra una chiacchiera e l'altra (per noi milanesi questa è un'esperienza alquanto insolita.....) e poi via. A volte da soli, a volte con Massimo e Flavio, o con Stella e Maria Luce, pellegrini che abbiamo conosciuto a Norcia e ritrovato di tanto in tanto nelle varie tappe, condividendo il cammino oppure la cena.




I paesaggi sono bucolici, greggi di pecore, campi di girasoli, paesini arroccati sui cocuzzoli. Le tappe che a noi piacciono di più sono quelle di montagna, come quella da Leonessa a Poggio Bustone quando si passa vicino al Terminillo, o quella da Castel di Tora a Orvinio. Sono tappe con paesaggi più vari, con il dislivello che movimenta il cammino. A volte, però, ci sono anche delle tappe interamente su asfalto, ci sembrano lunghissime, e lì patiamo un po', anche perché sta arrivando l'ennesima ondata di caldo dell'estate 2012 (ad ogni modo, non ci è mai balenata l’idea di accorciare qualche tappa o, peggio, di saltarla a piè pari). Ogni occasione è buona per rinfrescarsi: un pediluvio nelle fredde acque dell'Aniene o in una fontana alle porte di Subiaco, oppure un bagno nel bellissimo lago del Turano, anche se purtroppo il livello è basso, tanto che i Canadair fanno fatica a prendere l'acqua per i numerosi incendi della zona.


Monteleone di Spoleto, Leonessa, Rocca Sinibalda, Castel di Tora, Orvinio, Collepardo, Arpino..... Sembra incredibile ma ogni paese dove ci fermiamo a dormire è una sorpresa bellissima: uno più pittoresco dell'altro, antichi, intatti, ricchi di storia e di cultura. E di tante persone che ci guardano stupite, vogliono sapere da dove veniamo e dove andiamo, ci raccontano di sé, ci mostrano con orgoglio le bellezze del loro paese, ci vogliono perfino offrire qualcosa da bere, ci chiamano "pellegrini".

Turisti pochissimi, forse di Roma quelli che vengono da più lontano. Nessuno dal Nord, che qui chiamano "Alta Italia". Però incontriamo alcuni emigrati, chi in Inghilterra chi in Canada, che ritornano al paese per le vacanze, o magari per stabilirsi definitivamente.

Sono terre di Santi queste, quasi ogni paese è legato al nome di un Santo, dai più famosi come San Benedetto o Santa Rita ad altri a noi sconosciuti, come San Giuseppe da Leonessa o Sant'Agostina Pietrantoni. Noi non siamo abituati a vedere tanta devozione popolare, siamo colpiti per esempio dal vedere le donne devote a Santa Rita che fanno centinaia e centinaia di gradini a piedi nudi per salire sul Sacro Scoglio a Roccaporena. E poi processioni e feste, sacre e profane, le feste del patrono o le sagre della trota o del vino. Sembra che ad agosto non ci sia giorno che qui non si festeggi qualcosa.


A Leonessa ci danno ospitalità i Frati Cappuccini. Dormiamo in uno stanzone con Massimo e Flavio, e condividiamo con i frati la cena nel refettorio dell'antico convento cinquecentesco. I vespri, la messa, ma anche i racconti della loro vita. E' stata un'esperienza che non dimenticheremo mai. E alla partenza non vogliono accettare assolutamente nulla, l'unico modo che abbiamo per ringraziarli è mettere l'offerta nella cassetta delle candele in chiesa. A Casamari, invece, siamo ospiti dalle Suore Cistercensi, anche con loro abbiamo il piacere di condividere la cena. Ci parlano dei problemi di droga che arrivano anche lì, non solo nelle metropoli, dell'aiuto alle famiglie sempre più colpite dalla crisi. Giorno dopo giorno, la stanchezza non aumenta, ormai siamo "a regime", potremmo quasi continuare a oltranza: ci accorgiamo che poco alla volta anche la fatica viene "accettata" dal nostro fisico, che anzi, si fortifica chilometro dopo chilometro. Lo zaino è diventato parte di noi, non lo sentiamo più. Comunque non è troppo pesante, abbiamo evitato di portare roba superflua. Le tappe passano, i ricordi sembrano accavallarsi, ma non è così, almeno per il momento sono ancora nitidi. Soprattutto gli ultimi giorni, quando ormai la meta comincia a diventare cosa certa, iniziamo a considerarci , non più come dei turisti, ma come dei "pellegrini". 



L'arrivo a Montecassino è una grande soddisfazione, anche se il luogo ci delude un po'. Terminiamo il cammino in un posto un po' "commerciale", dove per entrare noi pellegrini abbiamo dovuto metterci i pantaloni lunghi e lasciare fuori lo zaino. Erano più di due settimane che visitavamo monasteri, eremi, conventi, santuari, posti ricchi di spiritualità, che invitano alla meditazione, alla preghiera, all'introspezione. E in tutti questi posti eravamo sempre stati accolti così come eravamo, pantaloncini corti e zaino.


E' chiara la gioia sui nostri volti alla fine del cammino, ben diversa dall'espressione alla partenza: riusciamo a percepire dentro di noi che il cammino ci ha un po' cambiati.

Un sincero grazie a Simone e un augurio di Buon Cammino a tutti coloro che faranno questa bellissima esperienza

 Anna e Vittorio


Grazie a voi ragazzi!
Al prossimo post,
Simone 










mercoledì 17 ottobre 2012

Sui luoghi del Cammino - LEONESSA IN TV

Caro amico, gentile amica del Cammino,

I pellegrini che hanno già percorso il Cammino, hanno (giustamente) scritto molto della bellezza e della spiritualità dei luoghi, della cordialità delle accoglienze e di tanti altri aspetti positivi dei luoghi attraversati dal Cammino: e tutto ciò non può che fare piacere. Ma un'immagine, si sa, vale mille parole. Quando si realizzano dei documentari di alto livello, e questi trattano di una tappa meravigliosa, allora i pellegrini che hanno già percorso il Cammino rivedranno con estremo piacere i luoghi conosciuti (e, sono certo, ad ognuno di essi è associato un ricordo particolare ed una particolare emozione); e gli aspiranti pellegrini si animeranno a partire al più presto, nel vedere la straordinarietà di quei luoghi. E' quindi con grande gioia che ho accolto la notizia che TV2000, l'ottima emittente che in occasione della presentazione del Cammino a Norcia realizzò il bel documentario sul Cammino di San Benedetto andato in onda il 7 Luglio, ha dedicato la prima puntata di questa stagione televisiva della bella trasmissione "Borghi d'Italia" a Leonessa, tappa 3 del Cammino: una delle sorprese positive per tutti i pellegrini. Leonessa è luogo che incanta, affascina e commuove per essere uno stupendo condensato di natura, spiritualità, storia, accoglienza, simpatia...Potrei davvero dilungarmi a descrivere tutto quello che Leonessa può offrire...ma non aggiungo altro per lasciare spazio alle immagini. Godetevi questo magnifico documentario!


Al prossimo post!
Simone

giovedì 11 ottobre 2012

Tappa 6: da Rieti a Rocca Sinibalda - Una nuova magnifica variante!

Caro amico, gentile amica del Cammino

Panorama da La Foresta, all'alba
La tappa "monotona", si diceva. La 6: da Rieti a Rocca Sinibalda, attraversando la silenziosa e verdissima valle del Turano lungo la Turanense. Quel "proseguiamo, sempre diritto, per 13 km" su strada dal traffico pressochè inesistente, ma comunque su asfalto. E, si sa, l'asfalto è nemico dei pellegrini; in special modo d'estate. Vi assicuro che non è stato facile trovare alternative. Ma dopo uno studio cartografico durato diversi mesi, cui è seguita la necessaria verifica "sul campo", è emersa una variante stre-pi-to-sa, e non vedo l'ora di conoscere il parere dei pellegrini che la percorreranno nei prossimi giorni!
Vediamo cosa cambia. Dal centro di Rieti raggiungiamo Fonte Cottorella attraverso il pittoresco quartiere Borgo, passando sotto il monastero di Sant'Antonio al Monte che, se vorremo, meriterà una visita anche solo per il magnifico panorama su Rieti che da lassù si gode.

Il centro di Rieti visto da Sant'Antonio al Monte
Poi, abbandoniamo subito la strada asfaltata portandoci sulla sponda sinistra del Turano attraversando un bel ponticello ciclo-pedonale che sembra fatto appositamente per il Cammino (in effetti è stato realizzato di recente, per la "Francigena di san Francesco"; a quanto pare a tutt'oggi pressochè inutilizzato...

Ponte ciclo-pedonale sul Turano
Quindi costeggiamo per un tratto la Salaria ma (e questo è il bello!) tutto su sede propria, immersi nell'ombra di tigli secolari. Poi, attraverso magnifici campi di mais e girasole, percorriamo quasi 6 km. di magnifica sterrata tutta in piano, che sarà un'autentica gioia sia per i pellegrini a piedi che per quelli in bicicletta!

Sterrata nella valle del Turano

Sterrata nella valle del Turano
 Riguadagnata la Turanense attraverso un altro ponticello, la percorriamo per un breve tratto, e di nuovo ci buttiamo nelle sterrate, questa volta in mezzo al bosco; finchè dopo un'intensa ma breve salita ci accoglierà Rocca Sinibalda, un paesino delizioso immerso in una natura perfetta che ben ha plasmato il carattere dei suoi ospitali abitanti.
Verso Rocca Sinibalda

Il castello di Rocca Sinibalda

Invito i prossimi pellegrini in cammino a voler percorrere questa bella variante, descritta più dettagliatamente nella pagina degli aggiornamenti alla guida: http://www.camminodibenedetto.it/aggiornamenti.html
Per i pellegrini che hanno già percorso il cammino, un invito a ritornare!!!

Ringrazio di cuore Domenico ed Annamaria del BB Casa Simonetti di Rieti; ed Alessandra della Locanda del Convento di Rocca Sinibalda per il prezioso supporto logistico.
Alla prossima!
Simone


giovedì 4 ottobre 2012

Appunti dal Cammino di un giovane pellegrino settantenne


Pubblico volentieri gli "appunti dal Cammino" di un simpatico e giovanissimo (fisicamente, oltre che di spirito) pellegrino di 71 anni, Sergio di Pistoia. Perchè il Cammino non ha età: grazie Sergio per la tua preziosa testimonianza. 

DA NORCIA A MONTECASSINO SUI PASSI DI SAN BENEDETTO.

Sono tornato il 12 settembre dopo quindici giorni di cammino.
Quello che ancora porto dentro di me sono le visioni delle montagne e le valli coperte di boschi lussureggianti, i paesi arroccati, aggrappati alle pendici dei monti, le abbazie e i luoghi sacri pieni di spiritualità, di storia e di arte. Ma quello che più mi è rimasto è il suono grave e solenne della campana dell’abbazia di Montecassino, che spero rimarrà in me con la pace che mi ha trasmesso.

Ricordo, più specificatamente, le cose che porto con me con maggiore incisività.


A Norcia ho partecipato ad una funzione religiosa nella cripta della Basilica, molto coinvolgente e piena di raccolta spiritualità, con i canti dei monaci.



A Monteleone di Spoleto una straordinaria sensazione mi ha dato la vista della copia della biga ritrovata a Colle del Capitano, luogo di passaggio,  è di una bellezza ineguagliabile!



Il valico fra Leonessa e Poggio Bustone  è “tosto”, ma i boschi di faggi, le radure che si aprono sul crinale, i cippi che si incontrano e che segnavano il confine fra Stato Pontificio e Regno delle due Sicilie, i panorami, sono stupendi e mi hanno emozionato, e non poco.


Come mi hanno emozionato i santuari di San Giacomo a Poggio Bustone  e La Foresta , scendendo a Rieti, con Francesco che ancora vive in quei luoghi.


 Straordinaria è l’ abbazia benedettina di Santa Maria del Piano, fra Pozzaglia e Orvinio, con il suo splendido campanile che si eleva sulla pianura.



 A Subiaco ho avuto la fortuna di visitare il Sacro Speco al mattino, quando ancora non c’era nessuno, sono entrato, come dice il Poeta, nella “Soglia del Paradiso” nel silenzio più assoluto.
E’ stata un’esperienza unica, sono uscito in uno stato che non so definire bene, emozionato? Di più, la mente e il cuore pieni di tante cose. Lo spirito pieno di riconoscenza per il Signore che lì mi ha concesso di arrivare.


Gli occhi pieni degli straordinari, tanti, affreschi che coprono tutte le pareti delle due chiese. L’affresco di Francesco di Assisi, non ancora santo,  me lo ha fatto sentire veramente vicino. La grotta dove per tre anni ha vissuto San Benedetto, e vedendola, mi ha sconvolto l’idea che per tanto tempo questo uomo vi abbia potuto vivere.

La stradina in fondo valle che accompagna il fiume Aniene, così quieto e con le sue acque terse,  inserito in modo armonioso nella natura circostante.


L’incredibile, enorme arco romano che mi sono trovato di fronte, quasi all’improvviso, in mezzo al bosco che sale da Trevi nel Lazio.

La Certosa di Trisulti, immersa nei boschi, imponente e piena di storia, con una antica farmacia che lascia stupefatti per la sua bellezza.

L’Abbazia cistercense di Casamari con la sua splendida chiesa gotica. Qui ho avuto la fortuna di essere ospitato dai monaci e di vivere con loro la sera e il mattino e quindi di partecipare  alle funzioni religiose con canti in gregoriano. Per questo  mi sono seduto, con timore reverenziale,su uno scanno dell’antico e prezioso coro ligneo andando col pensiero a chi e a quanti, prima di me,si sono seduti sullo stesso scanno attraverso i secoli. Inoltre ho avuto il privilegio di cenare con i monaci  nel loro splendido refettorio.

  


L’ acropoli  di Civitavecchia, presso Arpino, le sue mura megalitiche e il loro arco a sesto acuto mi hanno portato nella notte dei tempi. 




Le gole di Melfa, con le loro aspre rupi, affascinano chi le attraversa. 

 Infine Montecassino con tutta la sua dolente storia passata e recente. Tanti pensieri assalgono la mente mentre ci si avvicina all’abbazia  e il cuore si stringe quando si visita il cimitero dei soldati polacchi. Torna a calmarsi un poco, quando, giunti all’ingresso dell’abbazia, la scritta PAX sulla porta ci saluta. Anche qui ho avuto il privilegio dell’esperienza di vita monastica e di accedere allo stupendo refettorio dei monaci.


Questo, a “volo d’uccello”, le cose e le immagini che più mi porto dentro di questo mio ultimo bel  Cammino di cui devo ringraziare Simone autore della guida. Tante sarebbero le cose da aggiungere, dalla bellezza dei borghi attraversati all’ospitalità ricevuta, in particolare di Padre Alberto a Casamari a Padre Francesco a Montecassino.

La solitudine che mi ha fatto compagnia durante tutto il cammino, che mi ha fatto scendere nel profondo del mio essere, che alcune volte mi ha fatto sentire fragile, forse anche per i miei settantuno anni di età, e allora il Signore mi è stato vicino, ha fatto spaziare la mente e l’ha fatta volare con la fantasia. 

Ma quello che in me riaffiora con più forza è lo straordinario suono della grande campana di Montecassino che ho udito alle cinque del mattino per dieci minuti diffondere il suo suono potente, grave e solenne ma pieno di profonda pace, dall’alto del monte  giù nella valle e a tutto il mondo, forse a voler ricordare cosa là è successo e trasmettere, comunque, la speranza di un futuro di pace.

Ultreya!
Sergio ….. pellegrino 

martedì 2 ottobre 2012

L'incontro con gli "irriducibili" pellegrini milanesi a Calolziocorte - CARTOLINE DAL CAMMINO di Marinella e Lutz

Caro amico, gentile amica del Cammino

Il Cammino unisce, non ci sono dubbi: il Cammino fa nascere nuove amicizie, e così è naturale che ci sia una gran voglia di conoscersi. Così è stato per la presentazione del Cammino al festival Immagimondo, a Calolziocorte. E' stato bello vedere una sala gremita di gente attenta, con molti desiderosi di percorrere il Cammino di San Benedetto. Ma ancor più bello è stato incontrare in una volta sola tutti e sei i simpatici pellegrini milanesi che hanno già percorso il Cammino. Roberto, di Trek Italia, che lo ha percorso da Norcia a Mandela e che ne sta studiando la possibilità di proporlo all'associazione; Massimo, che insieme a Flavio quest'estate hanno percorso il Cammino da Norcia fino a Casamari (gli ormai ben noti "pellegrini anacronistici" di un precedente blog); i simpatici ed "irriducibili" Anna e Vittorio, che hanno percorso il Cammino per intero, nessuna tappa esclusa, con una freschezza davvero sorprendente; e gli originali Lutz e Marinella che, una prima assoluta, hanno percorso buona parte del Cammino...al contrario: da Cassino fino a Orvinio (e che per non perdere l'abitudine hanno raggiunto Calolziocorte...a piedi!).
E' stato bellissimo conoscere di persona tutti loro, e confermo l'ottima opinione che mi ero fatto: una grande profondità umana, la stessa che ho riscontrato in tutti i pellegrini conosciuti finora!!!

Spero di potervi tornare ad incontrare tutti al più presto!!!

da sinistra: Roberto, Anna, Vittorio, Massimo, Simone, Marinella, Lutz
Così, colgo l'occasione di pubblicare le belle "cartoline dal Cammino di San Benedetto, il simpatico diario di Marinella e Lutz, primi pellegrini....al contrario!!!