mercoledì 12 febbraio 2014

BENVENUTO ITALIA COAST TO COAST!!!

Cari amici,
Ecco la novità che vi avevo annunciato.

Oggi esce in tutte le librerie la nuova guida ITALIA COAST TO COAST. E' un Cammino dall'Adriatico al Tirreno, e più precisamente da Portonovo, ai piedi del monte Conero a due passi da Ancona, a Orbetello, al centro di due magnifiche lagune tra la terraferma e il promontorio dell'Argentario. E' un Cammino che io trovo molto bello e alla cui realizzazione mi sono dedicato strenuamente, mettendoci dentro l'esperienza maturata durante il cammino di San Benedetto.
I punti forti di questo Cammino sono la grande quantità di sterrato (i sentieri raggiungono quasi la metà del percorso) e il fatto che vi sono parecchie tratte segnate Cai. Un Cammino dall'orientamento facile, sempre ad Ovest, i dislivelli sono contenuti e le quote massime basse (il punto più alto si trova sopra Nocera, appena i 900 metri slm): ciò permette che il Cammino sia praticabile durante tutto l'anno. Altro vantaggio: salvo un paio d'eccezioni in Appennino, generalmente c'è abbondanza di accoglienze disseminate lungo la tappa, in particolare B&B e Agriturismi: ciò permette di personalizzare le tappe a proprio piacimento e non si rischia di non trovare alloggio. Per questo Cammino non si è effettuata una segnatura con le frecce gialle ma, come dico, è quasi impossibile sbagliare (in ogni caso sono disponibili le tracce gps facendone richiesta dal sito).

E veniamo alla guida Terre di Mezzo. Credetemi, l'ho scritta con tanto amore. Pensando anzitutto ai "pellegrini", che in questo caso ho ribattezzato "coasters"...chi percorre un Cammino Coast to Coast, che a sua volta, per semplicità indicherò con l'acronimo C2C. Questa guida presenta alcune importanti novità.

1) Oltre ai profili altimetrici, ai dislivelli in salita e in discesa, e il grado di difficoltà, sono indicate, tappa per tappa, le percentuali di sterrato e di asfalto. Così il "coaster" sa ogni mattina sa quali calzature sia meglio indossare.


2) I riferimenti testuali delle mappe, che ritengo estremamente utili. Nella descrizione del percorso, sono inseriti numeri progressivi, che corrispondono ad altrettanti punti indicati in mappa. Così, confrontando il testo con le mappe, si riesce sempre a collocarsi sulla mappa.



3) Ho cercato di curare le descrizioni in modo il più possibile accurato alle volte si può avere la sensazione che "accompagni per mano" il coaster...con un costante riferimento alle distanze percorse per ridurre al minimo qualsiasi margine d'incertezza.

E adesso entriamo un po' più più nei dettagli di ITALIA COAST TO COAST
L'itinerario di quattrocento chilometri è percorribile a piedi e in bicicletta, e interessa quattro Regioni (Marche, Umbria, Lazio e Toscana), in un percorso altamente panoramico e ricco di natura, storia, arte, spiritualità. Vuole essere un viaggio alla scoperta di un’Italia insolita, fatta di eremi, antiche vie, città sepolte, personaggi, tradizioni, popoli scomparsi, luoghi singolari. Italia Coast to Coast è una "Route 66" tricolore da percorrere a piedi e in bicicletta, lungo sentieri, tratturi, sterrate, o stradine dal traffico pressochè inesistente.

L'itinerario a piedi si sviluppa per 410 km. suddivisi in 18 tappe giornaliere su sentieri, carrarecce e strade secondarie. Le tappe sono pensate in funzione delle distanze (lunghezza media di circa 23 km), dei dislivelli, e delle possibilità di alloggio.
L'itinerario in bicicletta è di 440 km. e per lo più segue il percorso a piedi, discostandosene soltanto in alcuni punti. Può essere suddiviso in 9 tappe giornaliere.

IL PERCORSO Prenderemo le mosse da Portonovo, un grazioso borgo di pescatori a due passi da Ancona. Per stradine secondarie raggiungeremo Osimo, città d'arte carica di storia. In un dolce saliscendi di sterrate lungo le colline marchigiane toccheremo Filottrano, luogo con un'anima, e Treia, città romana sorta su un'antichissima via tra le Marche e l'Umbria. Da lì c'incammineremo verso San Severino Marche, una splendida città d'arte ai piedi dei monti dell'Appennino, che affronteremo nella tappa successiva verso Pioraco, in un percorso dalla grande valenza storica e naturalistica. Proseguiremo risalendo la valle del fiume Potenza e, affrontando un facile e antico valico, giungeremo a Nocera Umbra, città delle acque. Lungo sentieri magnifici e sempre facilmente individuabili, aggireremo il monte Subasio per giungere ad Assisi, prima importante mèta del C2C. Destinazione privilegiata di pellegrini provenienti da tutto il mondo, Assisi è città romana e medievale, capace di concentrare in sè i più alti livelli di arte, storia, cultura, spiritualità. Dopo una doverosa sosta nella culla del francescanesimo, attraverseremo la Valle Umbra per Bevagna, splendida cittadina medievale, e Gualdo Cattaneo; per giungere infine a Todi, detta "la perla dell'Umbria" per i suoi numerosissimi motivi d'interesse. Attraversando il Parco Fluviale del Tevere, ci tufferemo in una natura mozzafiato. Dal balcone naturale di Civitella del Lago, resteremo affascinati dalla vista del lago di Corbara; e se non saremo trattenuti dall'amenità del luogo e dalla cordialità dei suoi abitanti, proseguiremo per Orvieto, città dall'anima etrusca, romana, medievale e rinascimentale, edificata su un'imponente rupe di tufo. Percorrendo un'antica via etrusca e poi romana, riprenderemo il C2C alla volta di Bolsena, sul lago omonimo, dove avvenne il miracolo eucaristico del 1263 che portò all'istituzione del Corpus Domini. Proseguiremo quindi lungo un tratto della via Francigena, poi deviando a occidente raggiungeremo Onano, piacevole paese della Tuscia viterbese. Un'altra semplice tappa ci condurrà a Sorano, la prima delle "città del tufo", cui giungeremo dopo aver visitato un'interessante insediamento rupestre. Per le due tappe successive ci muoveremo lungo le Vie Cave, strade che gli etruschi avevano scavato nelle pareti tufacee di queste zone: sarà in questo paesaggio dominato dall'elemento etrusco, e tra magnifici vigneti, che raggiungeremo Sovana, imperdibile piccolo gioiello medievale oltre che importantissimo luogo etrusco. Ancora attraverso le Vie Cave, arriveremo a Pitigliano, "città del tufo", che ci sorprenderà per i suoi magnifici scorci. Attraverso sterrate lungo la valle del Fiora, raggiungeremo quindi Manciano, autentico "balcone" sulla Maremma; quindi ci tufferemo in boschi ombrosi che ci condurranno a Capalbio, da dove potremo sentire il profumo dell'ormai vicinissimo mar Tirreno. Un'ultima, entusiasmante tappa ci condurrà infine a Orbetello, meta finale del C2C, dopo aver attraversato il Tombolo di Feniglia, interposto tra il mar Tirreno e la laguna di Orbetello, un eccezionale ambiente umido d'importanza europea.




sabato 18 gennaio 2014

In Cammino con il cane è più bello! I consigli di Monica, Andrea e Finster.

Cari amici, ben ritrovati a tutti.

Mi è arrivata poco fa una gradita mail da due pellegrini che a Novembre, con tanta pioggia, hanno percorso l'intero Cammino con il loro cane-pellegrino Finster. Monica e Andrea mi avevano promesso un "manualetto" del pellegrinaggio a 4 zampe, consigli utili da dare a chiunque intenda, giustamente, portare con sè i propri amici. E allora vi giro questo vademecum che, mi auguro, spinga tanti pellegrini dubbiosi a portare con sè i propri fedeli animali...cosa c'è di meglio che portare a spasso i propri padroni?

Monica, Andrea e Finster sono a disposizione per tutti i vostri dubbi. Potete scrivere a Monica Bianchi nel Gruppo Facebook Cammino di San Benedetto oppure via E-MAIL Ciao!!!


CAMMINO DI SAN BENEDETTO 4-20 NOVEMBRE 2013 di Monica Andrea e Finster.
Premesse generali e pratiche: i vestiti non asciugano perciò in questo periodo meglio portare tre cambi in tutto e sperare che i caloriferi siano accesi per poter mettere sopra i vestiti ad asciugare (noi avevamo dietro solo magliette termiche ultra sottili ma non asciugavano mai, e anche i pantaloni a fine giornata erano sempre sporchissimi di fango fino al ginocchio) e verso le 17,30 è buio. Il cane inoltre non può entrare in nessuna chiesa o monastero o santuario o eremo perciò noi visitavamo a turno, bisogna comunque tenerlo a mente e organizzarsi.

ARRIVO A NORCIA IN MACCHINA
Con il cane l’arrivo a Norcia tramite mezzi pubblici è un pò complicato: fino a Spoleto si può arrivare in treno il cane di media-grossa taglia (se non sta in un trasportino in pratica) paga il 50 % del biglietto viaggiatori e deve essere dotato di museruola. Da Spoleto a Norcia bisogna poi prendere il bus, ufficialmente i cani non sono ammessi, noi abbiamo preso il bus per tornare a Norcia al ritorno per recuperare l’auto e il conducente è stato gentile e ci ha fatto salire comunque, li va a discrezione di chi si incontra. Pernottamento: AGRITURISMO CASALE TOZZETTI, il cane ha potuto dormire in stanza con noi. Abbiamo cenato a Norcia ma i cani non sono ammessi nei ristoranti perciò l’abbiamo lasciato in macchina con l’acqua e i finestrini abbassati per far circolare l’aria, a Novembre non ci sono problemi di rischio di soffocamento per il caldo o per il freddo, ovvio che abbiamo mangiato il più in fretta possibile e poi l’abbiamo portato a fare una super passeggiata per Norcia (che di sera è spettacolare!) ovvio che bisogna attrezzarsi di sacchetti per i bisogni e di museruola, che conviene tenere attaccata al guinzaglio perché in questa zona cane grande=cane cattivo perciò la maggior parte delle persone ti guarda di sbieco. (una signora mi ha pure urlato alle spalle “i cani così grossi vanno tenuti con la museruola!!”, perciò ubbidiamo ai norcini e portiamola sempre).


NORCIA-CASCIA
Pioggerella fine al mattino poi è uscito il sole. Attenzione verso Ocricchio ci sono pecore con i pastori maremmani a fare da guardia, sono super addestrati a non muoversi almeno che non ci si avvicini al gregge, il nostro Finster l’avevamo messo al guinzaglio e ha abbaiato un po ma i maremmani non l’hanno calcolato più di tanto, perciò il consiglio se si ha un cane un po rissaiolo come il nostro di tenerlo legato nei tratti dove ci sono le greggi. Pernottamento: AGRITURISMO VALLE TEZZE, anche qui il cane ha dormito in stanza con noi. L’Agriturismo è a un paio di Chilometri da Cascia, se contattate la proprietaria c’è una scorciatoia che attraversa dei terreni privati ma ci sono i suoi cani, perciò noi abbiamo fatto la strada normale. Purtroppo il terreno in questa zona è argilloso perciò quando siamo arrivati all’agriturismo Finster (come noi d’altronde) era tutto pieno di fango che con il clima umido di Novembre sembra essere una costante per la maggior parte delle tappe. Abbiamo comunque potuto usare, grazie alla cortesia della proprietaria, la fontanella con il tubo dell’acqua per lavarlo bene perché quando si secca il fango irrita la pelle.


CASCIA-COLLE DEL CAPITANO
Giornata di sole splendente, bellissima tappa, l’unico intoppo è la trattorabile che dalle capanne di
roccaporena raggiunge il Colle del capitano: fango fin sopra la caviglia (aveva piovuto il giorno
prima). Pernottamento: COLLE DEL CAPITANO, luogo fantastico come i proprietari. Attenzione hanno una decina di cani liberi ma addestrati a stare al proprio posto, ovviamente il nostro rissaiolo Finster voleva attaccar briga con tutti i maschi in circolazione, Saverio però è stato così ospitale e alla mano che ci ha fatti subito accomodare a tavola con la sua famiglia e ci ha fatto slegare Finster, noi all’inizio avevamo paura che potesse far male a uno dei suoi ma lui ci ha assicurato che i cani senza noi di mezzo se la sbrigano da soli, perciò dopo due minuti di rissa e versi quando hanno stabilito chi era il capo si sono calmati e sistemati al proprio posto. Nella loro casa, dove si mangia, non possono entrare ma in camera si, perciò noi abbiamo potuto lasciarlo li a riposarsi mentre noi cenavamo.


COLLE DEL CAPITANO-LEONESSA
sole splendente, unico problema la salita a Monteleone, tutto fango, attenzione moooolto scivoloso
a Novembre.Pernottamento: VILLA LUCCI BB ANTICA MACINA: il cane ha potuto stare in camera. Una cosa pratica bisogna sottolinearla, è vero che se ci si mette d’accordo con il proprietario si può cenare
con lui, ma bisogna dire che villa lucci è a 4 KM da Leonessa e non c’è assolutamente nulla, neanche un minimarket, probabilmente persone allenate potrebbero fare avanti e indietro da Leonessa almeno per fare una passeggiata dopo cena, ma io almeno ero stravolta perciò al pomeriggio avevamo fatto rifornimento ad un market di Leonessa sia per la sera che per il giorno dopo. La serata in camera è stata un po triste ma comunque riposante, soprattutto in vista della tappa successiva.



LEONESSA-POGGIO BUSTONE
clima mite, nuvoloso ma niente pioggia, in cima allo scollinamento faceva un po più freddo, il terreno tutto a sassi fortunatamente era asciutto e facilmente percorribile. Pernottamento: OSTELLO DELLA LOCANDA FRANCESCANA: Feliciano è stato veramente gentilissimo, in questo mese ci sono pochissimi pellegrini perciò a noi ha dato una camera grandissima e Finster si è potuto comodamente riposare. Abbiamo cenato nel suo ristorante dove Finster è stato accolto come un signore.


POGGIO BUSTONE-RIETI
Niente pioggia, un po di sole, ha cominciato a diluviare l’ultima mezz’ora di cammino, giusto per bagnarci tutti prima di arrivare all’albergo! Pernottamento: avevamo prenotato al BB LA TERRAZZA FIORITA, ma il cliente prima di noi era malato e ha dovuto rimanere una notte in più perciò la signora ha gentilmente prenotato per noi una stanza in un albergo a quattro stelle dove finster ha potuto dormire in camera senza problemi. Da questa serata abbiamo capito che ora della sera era sempre un pò stravolto perciò abbiamo
preso l’abitudine di lasciarlo in stanza, di solito in bagno, così si riposava bene. Abbiamo potuto farlo perché lui è bravissimo, lo lasciavamo nel bagno se era abbastanza grande perché se no c’era il rischio che salisse sui letti. Consigliamo di farli riposare alla sera perché loro fanno il doppio di strada durante il giorno perciò meglio obbligarli al riposo alla sera che doverseli portare in braccio il giorno dopo. D’altro canto lui non sembrava dispiacersi troppo di dover dormire tutta la sera.

RIETI-ROCCA SINIBALDA
Prima parte del percorso sole e poi diluvio! Pernottamento: LOCANDA DEL CONVENTO, gentilissimi finster si è riposato ed è stato coccolato da tutti.


ROCCA SINIBALDA-CASTEL DI TORA
Diluvio! Pernottamento: AGRITURISMO LA POSTA, gentilissimi con finster, conviene prenotare qui la cena perché in paese c’è solo un altro ristorante ma non accetta i cani, anche alla posta il cane non può
entrare in sala da pranzo ma noi l’abbiamo lasciato in stanza.


CASTEL DI TORA-ORVINIO
nuvoloso, pioggia l’ultimo tratto. Attenzione nei campi sotto orvinio con la pioggia è un disastro,
entravi in pozze d’acqua fino al ginocchio, impossibile evitarle!! Pernottamento: IL SORRISO DEI MONTI, Simonetta e Maurizio sono splendidi, hanno due golden retrive femmine, Finster è stato da loro tutto il pomeriggio a giocare, poi l’abbiamo lasciato riposare al bb, ovviamente il posto è stupendo quindi credo che si possa portare il cane nel bb a patto che sia tranquillo ma per fortuna il nostro era stravolto!


ORVINIO-GERANO
noi abbiamo deciso di allungare la tappa fino a Gerano per poterci godere bene Subiaco il giorno dopo, non avendo molti giorni a disposizione, ovviamente il consiglio è fare le tappe come da guida e un giorno di riposo a Subiaco. A Mandela avevo contattato il BB AGORA’ che era disposto ad accettare il cane, così invece abbiamo tirato fino a Gerano, veramente lungo, ma serve un po a smezzare la tappa Mandela-Subiaco che ci è sembrata veramente eterna. Pernottamento: APOSTOLE DELLA SACRA FAMIGLIA: allora c’è da precisare un paio di cose: innanzi tutto sulla guida (1a edizione) è indicato il nome di Suor Santina che però non è più li, io mi sono affidata alla gentilissima Suor Immacolata che dopo un paio di suppliche ci ha concesso di tenere il cane sul loro terrazzo all’ultimo piano, il problema è che le altre 4 suore sono terrorizzate dai cani, perciò sia per telefono che fisicamente abbiamo dovuto chiedere specificatamente di suor Immacolata altrimenti saremmo rimasti a dormire su una panchina. Oltretutto noi siamo arrivati li Mercoledi 13 e tutti i ristoranti e bar erano chiusi, perciò abbiamo risolto anche quella sera con qualcosa preso al minimarket e mangiato in camera. Il terrazzo dove era sistemato Finster era enorme, una parte è
al coperto ma non è riparato dal vento, noi comunque eravamo attrezzati con una coperta che abbiamo messo nell’angolo che sembrava più riparato e lui è stato bravo tutta la notte, ovviamente l’abbiamo portato fuori molte volte perché non poteva assolutamente sporcare li, ma questo sta nel buon senso di ogni padrone.


GERANO-SUBIACO
tappa semplice e veloce, giornata di sole! Pernottamento: all’inizio eravamo rimasti d’accordo con il gentilissimo Don Marco per dormire nella casetta messa a disposizione dell’abbazia di S. Scolastica, poi però essendo capitati nel giorno in cui risiedeva il Governo al Completo per un convegno o chissà quale altra fonte di spreco del denaro pubblico abbiamo alloggiato al BB BELVEDERE, sopra il ristorante. Finster si è riposato tutto il pomeriggio in stanza mentre noi abbiamo visitato i Monasteri, li ovviamente non si possono
portare i cani, neanche nei cortili perché “luoghi sacri” (come se i cani fossero satana in persona…va beh bisogna abituarsi perché nell’ambiente ecclesiastico durante tutto il cammino questa sembra essere la concezione, salvo i Frati Cappuccini di Leonessa che non hanno potuto ospitarci perché ne avevano loro stessi uno, perciò meglio mettersi il cuore in pace e accettare la realtà.)


SUBIACO-TREVI NEL LAZIO
Diluvio! Pernottamento: TREVI NEL LAZIO, allora c’è da dire che l’hotel Il Parco non accetta i cani e le
suore mettono a disposizione la casa solo ai gruppi perciò non si ha scelta se non proseguire, noi siamo stati fortunatamente e gentilmente ospitati dal signor Vincenzo e famiglia contattato da Maurizio di Orvinio, effettivamente se non fosse stata per la loro ospitalità sarebbe stata dura procedere.


TREVI NEL LAZIO-COLLEPARDO
ci siamo fermati a mangiare a pranzo alla taverna del castello a Vico nel Lazio, dove la gentilissima
ragazza ci ha fatto entrare con il cane! Pernottamento: LA FLORA E IL FAUNO, finster è stato in camera, e la ragazza ci ha pure dato un lenzuolo se voleva salire sul letto! pensa che ospitalità!


COLLEPARDO-ABBAZIA DI CASAMARI
sole splendente, alle abbazie ovviamente finster è rimasto fuori, Pernottamento FORESTERIA DELL’ABBAZIA sopravvalutata l’accoglienza a Casamari, dove ci hanno sistemato nella foresteria senza riscaldamento e con boiler spento= ACQUA GELATA! sconsigliassimo in inverno! unico posto dove poter mangiare qualcosa una specie di pizzeria li davanti dove i cani non sono ammessi.


CASAMARI-ARPINO
nuvoloso ma senza pioggia! Pernottamento RISTORO DEI VIANDANTI: Fantastico, il signor Carlo è gentilissimo anche con i cani! abbiamo cenato da lui dove probabilmente avremmo potuto portare finster, ma ormai avevamo preso l’abitudine di lasciarlo in camera a riposare.


ARPINO-ROCCASECCA-MONTECASSINO
bella giornata, l’accoglienza a Roccasecca con Angelo e Tommaso è ovviamente superlativa, sono
un vero fan club del cammino e anche degli animali! Pernottamento IL FEUDO: Tommaso era solo preoccupato che finster potesse sporcare da qualche parte ma quando ha capito che era bravissimo e non combinava disastri anzi dormiva sempre si è tranquillizzato, anche lui ha un cane di piccola taglia e un gatto, da sapere nel caso gli altri cani non andassero d’accordo con i gatti. Abbiamo dormito qua due notti e il secondo giorno siamo andati fino a Montecassino senza zaino e lasciando finster li in appartamento per riposare del tutto perché era esausto e l’abbiamo portato in giro al pomeriggio prima delle visite guidate con
Angelo.

RITORNO A NORCIA
la moglie di Tommaso ci ha accompagnato tutti e tre alla stazione dove abbiamo preso un
regionale per Roma e da Roma a Spoleto un’altro, poi bus fino a Norcia, il cane con museruola
obbligatoria. Nel complesso fare il cammino con il proprio cane è stato stupendo ci si lega ancora di più
soprattutto per chi come noi lavorando non ha molto tempo per stare cosi a contatto con lui, soprattutto 24 ore su 24! SUPERCONSIGLIATO, poi credo che più persone faranno il cammino con i propri amici a 4 zampe più la gente, soprattutto suore e preti si abitueranno ad accettarli. consiglio spassionato per chi viaggia con il cane: prenotare tutto prima o si rischia di rimanere senza stanza e soprattutto a Novembre richiamare il giorno prima in modo che accendano il riscaldamento e i vestiti asciughino.

COSA PORTARE PER IL CANE:
noi abbiamo comprato uno zaino-bisaccia dove abbiamo messo:
-le sue crocchette per i primi 5 giorni poi le abbiamo comprate per strada,
-una coperta dove si sdraiava per dormire
-una ciotola da viaggio (vendono quelle pieghevoli) soprattutto per l’acqua durante le tappe
-la veterinaria mi ha consigliato di dargli burro, olio di semi o comunque cose grasse (che fanno lo stesso effetto del cioccolato per noi quando siamo stanchi)
-la crema per i polpastrelli (lui essendo abituato a camminare sempre in montagna e dormendo fuori e non in casa non ha avuto problemi però spesso se li leccava, segno che gli davano fastidio, soprattutto quando il fango seccava, perciò alla sera crema a volontà….Attenzione: poi sporcherà tutto il pavimento dei BB perciò o pulite o gli mettete su delle calze)
-ogni giorno calcolare almeno un litro d’acqua per lui, soprattutto d’estate!
-museruola
-sacchetti per bisogni
-guinzaglio
-salviette per lavarlo
per il resto credo sia stata la cosa migliore che potessimo fare portarlo con noi!

Per qualsiasi domanda rimaniamo a tua disposizione!!
Ciao e grazie di tutto!
Monica, Andrea e Finster.

SCARICA IL PDF: IN CAMMINO CON IL CANE

lunedì 23 dicembre 2013

Sui luoghi del Cammino: MONTECASSINO - BUON NATALE A TUTTI I PELLEGRINI!

Mi scuso per l'intervallo trascorso dall'ultimo post...le ultime settimane sono state piuttosto impegnative, sia per via di importanti sviluppi sul Cammino di San Benedetto, che per la fase conclusiva della realizzazione di un nuovo Cammino che spero porterà tanti di voi a scoprire una nuova, entusiasmante fetta d'Italia a partire dalla primavera. Ancora non posso dirvi niente, soltanto...preparatevi!

Intanto è giunto il momento di concludere il nostro Cammino "virtuale" sul Cammino di San Benedetto. Avevamo lasciato il nostro pellegrino a Roccasecca...e allora facciamogli pure percorrere l'ultima tappa e raggiungere l'agognata meta...Montecassino! Ad appena un paio di chilometri da Roccasecca s'incontra l'interessante piccolo borgo di Caprile, dove sono almeno due i motivi d'interesse: la chiesa di Santa Maria delle Grazie, e l'eremo rupestre di Sant'Angelo in Asprano.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie, il cui esterno è in stile romanico, presenta sulla facciata un gigantesco affresco con San Cristoforo, del 1664. Le enormi dimensioni dell'affresco consentivano
a pellegrini e monaci diretti a Montecassino, di riceverne la “benedizione” a distanza. Da lì, un ripido sentiero da cui si gode d'una vista mozzafiato sulla valle del Liri, conduce all'eremo rupestre di Sant’Angelo in Asprano, detto anche di San Michele, accolto all’interno di un’ampia grotta. È probabile che la cavità naturale sia stata inizialmente il rifugio di qualche eremita, e che progressivamente si sia sviluppata intorno a essa una piccola comunità di monaci che vi edificò una chiesa. Davvero pregevole l’affresco bizantino, con la Madonna e gli apostoli, che sorregge nella lunetta il Cristo Pantocratore. La cura dei dettagli fa pensare all’opera di un monaco: probabilmente un benedettino amanuense. 
E da Caprile, proseguiamo per il grazioso paese di Castrocielo, in splendida posizione proprio sotto l'imponente mole di Monte Cairo che lo sovrasta da nord...A Piedimonte San Germano non potremo perdere un'abbondante bevuta alla fonte di Canneto, da cui scaturisce un'acqua buonissima che proviene dalla lontana val Canneto, ai margini del parco nazionale d'Abruzzo. Ci attende quindi Villa Santa Lucia, in posizione ancora più elevata sulla valle del Liri; dopo aver oltrepassato la Madonna delle Grazie imbocchiamo l'ultimo tratto di sentiero, quello che ci porterà a Montecassino. Tanti sono i sentimenti che ci affollano la mente percorrendo quest'ultimo tratto di Cammino....siamo giunti fin qui dopo più di 300 km a piedi, dall'ormai lontanissima Norcia. Per sedici giorni abbiamo camminato lungo i sentieri di tutto il centro Italia: dall'ultima propaggine dell'Umbria abbiamo attraversato tutto il lazio, e siamo giunti quasi al confine con la Campania. Quante immagini, ricordi, persone, emozioni, ci riempiranno la mente!

Mentre ripenseremo a tutte queste cose, a stento potremo trattenere l'emozione quando, a una curva del sentiero, ci apparirà, in tutta la sua grandezza e splendore, l'abbazia di Montecassino, dopo millecinquecento anni ancora lì, su quel colle che domina il passaggio obbligato tra il sud e il nord della Penisola. Ancora "com'era dov'era", nonostante quattro distruzioni, l'ultima, drammatica, durante l'ultima guerra mondiale. Montecassino è un luogo che non finisce mai di stupire; un'abbazia dove si avverte, pesantemente, il  senso della grande Storia che è passata di lì. Prima di raggiungere l'abbazia, varrà la pena salire a "quota 593", uno dei punti nevralgici della battaglia di Cassino, da dove svetta l'obelisco polacco. Da lì, si gode della migliore vista sull'abbazia. Poi, proprio dove termina il sentiero, sotto all'abbazia, sarà doveroso visitare il cimitero militare polacco, dove riposano mille soldati che diedero la vita in terra straniera combattendo il nazifascismo. Possa questo luogo essere un monumento alla pace tra i popoli. E, infine, ecco che la tanto desiderata meta ci apparirà dinnanzi in tutto il suo splendore, e ci accoglierà in modo quanto mai breve e incisivo: PAX. Che, in estrema sintesi, riassume l'intero ideale di vita di san Benedetto, uomo di pace.




Montecassino è meta finale del Cammino di San Benedetto. 
Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida

Il blog ritorna dopo le feste con nuovi argomenti e tante novità!
A tutti i pellegrini auguro di cuore UN SERENO NATALE!!!






martedì 3 dicembre 2013

Sui luoghi del Cammino: ROCCASECCA

Il Castello dei Conti d'Aquino (foto di Tommasino Marsella)

In splendida posizione panoramica sulla valle del Liri, e sovrastata dall'imponente mole di Monte Asprano, Roccasecca è un luogo che s'impone, e resta nel cuore. Sarà per la bellezza del borgo, il fascino dei suoi magnifici eremi rupestri, la gentilezza degli abitanti, o forse un insieme di tutti questi fattori. Roccasecca sorse prima del Mille come luogo fortificato del sistema difensivo dell’abbazia di Montecassino, e trasse il nome dalla scarsità d’acqua del luogo. Qui vi nacque uno dei più grandi Dottori della Chiesa: Tommaso d’Aquino. E la presenza del grande Santo è percepibile ad ogni angolo del paese. Non è un caso, se un'enorme statua di Tommaso vigila sull'abitato, e il suo sguardo penetrante è rivolto proprio in direzione di quel monastero in cui entrerà ancora bambino: Montecassino. Certo, non è scontato avere un così illustre concittadino: e trovo che ciò sia motivo di un giusto orgoglio nei Roccaseccani. Anche un altro concittadino, più recente, ha reso famoso il nome di Roccasecca: si tratta del celebre flautista Severino Gazzelloni, per ricordare il quale, tutti gli anni si tiene  in paese un festival internazionale di musica, che porta in città grandi artisti di fama internazionale. Numerosi i luoghi da vedere: il centro storico si presenta armonico nella sua vecchia struttura, e possiede chiese di indubbio valore artistico. Notevole il complesso fortificato medievale con i resti della rocca dei conti d’Aquino, dove san Tommaso vide la luce intorno al 1225, e la trecentesca chiesetta di San Tommaso, la prima al mondo dedicata al Dottore Angelico. 

Ma ciò che rende ancor più grande Roccasecca, è il calore dei suoi abitanti, in particolare nei confronti dei pellegrini. Sebbene, dopo poco più di un anno di Cammino, il pellegrino sia amato, rispettato e ammirato dappertutto, sembra che a Roccasecca vi siano una devozione e una dedizione del tutto particolari a queste persone "con il grosso zaino in spalla". Senza esagerazione, qui il pellegrino si sente una sorta di "divo", e tanto calore umano non passa inosservato, nè sotto silenzio. E' l'attenzione alle persone, che porta gli amici Roccaseccani, in testa a tutti Angelo Ciampa, (che pressochè tutti i pellegrini transitati da Roccasecca hanno conosciuto) a dedicare tempo, risorse ed energie alla cura dei pellegrini, che vengono accompagnati regolarmente e instancabilmente agli eremi, oppure in una visita guidata del paese. Amore per la propria terra, passione per il Cammino, attenzione verso i pellegrini. E non si tratta di un caso isolato: è un intero paese a essersi mobilitato per il Cammino di San Benedetto. Per questo, agli amici Roccaseccani, va il mio più sentito GRAZIE!





Nel post della prossima settimana affronteremo l'ultima tappa del Cammino, quella che ci porterà a Caprile con il suo eremo, e a Montecassino, un luogo straordinario con una storia di 1.500 anni. Non mancate!

Roccasecca è sulla tappa 15 del Cammino di San Benedetto. 
Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida

Angelo insieme a Max, primo pellegrino del Cammino di San Benedetto
Angelo con Davide (ora Don Davide) e Paolo, pellegrini bresciani.


Angelo e Tommaso con Andrea, pellegrino di Asiago


Con Vincenzo e Daniela di Milano
Con Giulio e Marisa di Merate

Con Ruben, Federico e Rosario: un marchigiano, un ciociaro e un siciliano insieme sul Cammino.
Il timbro di Roccasecca

lunedì 25 novembre 2013

Sui luoghi del Cammino: LE GOLE DEL MELFA




Riprendendo il nostro Cammino, che si avvia ormai
verso la conclusione, da Arpino affrontiamo la penultima tappa: quella che conduce a Roccasecca attraversando un'area naturalistica di primitiva, selvaggia bellezza: le Gole del Melfa. Si tratta di un luogo assolutamente magico, in cui davvero si può assaporare il gusto di una natura primordiale. Purtroppo, a causa di una diga che sbarra l’alto corso del fiume, il Melfa rimane secco per buona parte dell’anno. Ma quando c’è acqua, il Melfa è un fiume bellissimo, con salti e rapide che attirano canoisti dall'Italia e dall'estero. Il Tracciolino, la strada che le attraversa per intero, offre continuamente scorci mozzafiato sul fiume, incassato tra le ripide pareti delle montagne, e sui dirupi che ritmano il paesaggio delle gole. Sui suoi fianchi più impervi nidificano numerose specie di rapaci, tra cui il nibbio, il falco, il gheppio; e, negli ultimi tempi, le gole ospitano anche le aquile reali.
Incassato in un'angusta rientranza delle gole, l'eremo dello Spirito Santo è un luogo impervio che sembra essere la sede naturale di eremiti, asceti, persone dedite a vita contemplativa. Il suggestivo eremo è
costituito da una chiesetta e da un soprastante complesso di grotte. All’interno della chiesetta, di cui affascina l'assoluta semplicità., un’acquasantiera porta scolpita la data del 1100, mentre il nucleo più antico dell’insediamento, risalente probabilmente all’VIII-IX secolo è costituito dalle grotte, con le celle dei monaci organizzate intorno a un ambiente comune. Un ingegnoso sistema di canalette scavate nella parete
rocciosa permetteva di raccogliere l’acqua piovana per convogliarla in una cisterna, le cui dimensioni contenute fanno pensare a una piccola comunità.
Le Gole del Melfa sono attraversate dalla tappa 15 del Cammino di San Benedetto. 

Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida






Foto by Tommasino Marsella







mercoledì 20 novembre 2013

Oggi il Cammino di San Benedetto è sul Corriere della Sera

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Cari amici,

Ecco uscito l'atteso articolo del Corriere della Sera sul Cammino di San Benedetto. E' senza dubbio un bell'articolo, che promuove il Cammino; e il massimo risalto è dato, giustamente, ai luoghi e alle persone che hanno contribuito alla sua realizzazione. Soltanto, per evitare equivoci, tenevo a precisare alcuni aspetti a mio parere non sufficientemente chiari, che potrebbero creare fraintendimenti. Sulla "possibilità d'inventarsi un lavoro": non si riferisce a me, com'è detto più sotto io sono solo insegnante di religione cattolica; ma invece a coloro, e sono ormai sempre più, che si sono creati un'attività legata al passaggio dei pellegrini, con l'apertura, ad esempio, di nuovi bed & breakfast o affittacamere, ciò che ha portato a un piccolo indotto in zone economicamente depresse a causa dell'esclusione dai grandi flussi turistici o industrie. Se il Cammino può contribuire a fermare uno spopolamento che continua anche al giorno d'oggi, e nel contempo valorizzare e preservare questi ambienti, è senz'altro un gran bene. Invece, per quanto riguarda me, pur dedicando al Cammino gran parte del tempo libero, oltre alle ore di sonno, non si tratta di un lavoro in senso proprio, non essendo fonte di reddito; al contrario, tutte le spese sostenute perchè il Cammino esistesse (dai numerosi viaggi, fino alla vernice e i pennelli con cui sono andato a segnare i sentieri), ho fatto di tasca mia, e per il momento ciò è stato compensato, almeno in parte, con i diritti d'autore sulla guida. Lo dico non per lamentarmi nè per vantarmi, ma soltanto per fare presente a chi sostiene che ci vogliono i milioni di euro per fare i Cammini, che questo Cammino è stato fatto completamente senza un soldo, ma di cuore ce n'è stato tanto! E non solo da parte mia, ma da parte dei tanti amici del Cammino! E le offerte per le Credenziali? Non essendoci un'associazione del Cammino di San Benedetto, nè sapendo se ne avrei mai fondata una, ho ritenuto fin dall'inizio che queste andassero a favore dell'Associazione "Amici del Cammino Di qui passò Francesco", sostenendo in questo modo un'associazione di cui condivido pienamente lo spirito e che si è data particolarmente da fare per richiamare pellegrini dall'Italia e dal Mondo sui nostri bei Cammini italiani. Da qui anche la scelta di creare una Credenziale comune a entrambi i Cammini. Ora, le necessità di mantenere e migliorare il Cammino rendono necessaria la costituzione di un'associazione degli amici del Cammino di San Benedetto, cosa che sta avvenendo, e in futuro le eventuali donazioni serviranno a sostenere anche praticamente questo Cammino: ma fino ad oggi si è fatto tutto grazie all'impegno e alla buona volontà di tanti amici, tra cui alcuni di quelli citati nell'articolo. Confesso che, quando questo progetto è cominciato, poco più di un anno fa, non mi aspettavo che fosse accolto con tanto favore...per me, tutto questo continua a essere motivo di stupore. Certo, non posso assolutamente pensare che tutto questo sia frutto del caso. Senza offesa per il bravissimo Peppe Aquaro che ha scritto l'articolo, e che ringrazio di cuore, su questo punto ha un po' (benignamente parlando) "toppato"... Il caso, fato, o destino, esisteva per i pagani. Per i cristiani, quel caso si chiama Provvidenza. Ecco. Per il resto, perfetto. Grazie Peppe.

Un caro saluto a tutti i pellegrini!

venerdì 15 novembre 2013

Sui luoghi del Cammino: ARPINO e MONTE SAN GIOVANNI

Lasciataci alle spalle la splendida abbazia di Casamari, volgiamo decisamente alla valle del fiume Liri, avviandoci verso le ultime tappe del Cammino di San Benedetto. Da Casamari, attraverso piccole alture giungiamo a Monte San Giovanni Campano, luogo che ha ospitato un episodio singolare della vita di San Tommaso d’Aquino, il “Dottor Angelico”. La biografia del grande Roccaseccano, ci narra infatti che presso il castello di Monte San Giovanni, di proprietà della famiglia dei Conti d’Aquino, san Tommaso venne tenuto prigioniero per un anno intero dai fratelli, speranzosi d’indurlo così a recedere dalla scelta di farsi domenicano, ritenuta indegna del prestigio della famiglia. Poiché Tommaso non cambiò affatto idea, alla fine i fratelli lo lasciarono andare. Il centro storico, per tutti “il borgo”, è un labirinto di strette viuzze e case addossate le une alle altre, tra finestre antiche, leggiadri balconcini e portali riccamente decorati. Sopra a tutto, svetta il Castello, che include un sontuoso palazzo rinascimentale; il panorama che si gode da lassù è magnifico, e spazia dai monti Ernici ai Marsicani, da quelli della Meta agli Ausoni, Aurunci e Lepini. 

Monte San Giovanni è anche noto per la produzione dell’olio extravergine di oliva, e fa parte dell’esclusivo club dei borghi più belli d’Italia. Da Monte San Giovanni, si scende al fiume Liri e poi, attraverso una strada tranquilla che si snoda tra colli coltivati ad ulivi, si giunge finalmente ad Arpino. Situato a cavallo di due colli, e sovrastato da un’antica e splendida acropoli, Arpino è uno di quei luoghi che s’imprimono nella memoria, e che inducono a ritornarvi più e più volte. Questo è un luogo in cui la grande Storia, ce la si sente addosso. Arpino ha dato i natali nientemeno che a Cicerone, il più grande oratore romano, al generale Caio Mario, e ad Agrippa, colui che tra l’altro fece costruire il Pantheon. La piazza principale sorge sul foro romano, di cui tuttora sono visibili i resti dell’antico basolato. Numerose, e molto interessanti, le chiese, tra cui la Collegiata di San Michele, e Sant’Andrea con il monastero di clausura delle Benedettine. Straordinaria sotto ogni profilo è l’acropoli di Civitavecchia, un luogo speciale che ancor oggi è in grado di suscitare suggestioni arcaiche. Raccolta intorno a una poderosa cerchia di mura poligonali, o megalitiche, fu probabilmente il nucleo originario di un primitivo insediamento dei Volsci, una fiera popolazione preromana. Imperdibile l’arco a sesto acuto, che costituiva l’antico accesso all’acropoli: unico esempio in Italia, che ricorda da vicino il sistema costruttivo adottato a Tirinto e a Micene. Segno di un contatto tra questi luoghi e l’antica Grecia? Chissà: anche questo è uno dei tanti Misteri che avvolgono questi luoghi.


Monte San Giovanni Campano, Arpino e l'acropoli di Civitavecchia sono raggiunti dalla tappa 14 del Cammino di San Benedetto. Per approfondire: Il Cammino di San Benedetto - la guida